Ciao Giampiero. Sì, chiamiamolo per nome. Galeazzi ha incarnato per anni il giornalismo sportivo con passione, cuore, anima e polmoni. Il ‘bisteccone‘ nazionale si è spento oggi a 75 anni dopo un lungo periodo di malattia.

Dai trionfi dei fratelli Abbagnale nel canottaggio alle interviste nel cuore del campo a campioni calcistici del calibro di Maradona, passando per la conduzione di Novantesimo Minuto e del Processo alla Tappa durante il Giro d’Italia. Senza dimenticare gli anni di Notti Mondiali ed il racconto del grande tennis. Lui, cresciuto nel segno dello sport praticato anche a livelli agonistici da giovane.

La morte di Giampiero Galeazzi – ha detto Giuseppe Abbagnale all’adnkronos – è una notizia sconvolgente, mi lascia senza parole“.

Grazie per aver vissuto lo sport da atleta prima e da giornalista poi. Alla tua voce, carica di entusiasmo e passione, sono legati i ricordi di tante emozioni azzurre. Sono certa – ha scritto su Twitter il Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali – che stasera anche lo Stadio Olimpico saprà ricordarti per come meriti”.

La televisione italiana, da oggi, è più sola. “Giampiero Galeazzi – ricorda il nostro Direttore Ilario Di Giovambattista – ha collaborato con Radio Radio nel 1986-1987-1988-1989 fino ad arrivare ai Mondiali del ’90. Poi la Rai decise di mandare una lettera a tutti quelli che erano su Radio Radio, tra questi ricordo anche il grande Gianfranco De Laurentiis, l’immenso Paolo Valenti, Nando Martellini. Con Giampiero abbiamo fatto un sacco di cose. Lui è stata una persona fantastica. Scanzonato, birbante al punto giusto e lazialissimo. E’ stato un grande atleta nel canottaggio. Siamo legati a lui per quelle mitiche telecronache rimaste nella storia“.

La commozione delle Teste di calcio

Furio Focolari

Io voglio ricordare soprattutto l’amico con cui ho diviso momenti incredibili di vita oltre che di lavoro. Ci siamo ritrovati a lavorare gomito a gomito in Rai. Ho avuto l’onore di essere il suo capo e lui certe volte mi mandava a quel paese. Lui era un positivo nella vita quotidiana. Ricordo Spagna ’82, Messico ’86, Italia ’90 e Stati Uniti ’94. In America eravamo su una limusine mentre tornavamo da Washington a New York, insieme a Jacopo Volpi e Claudio Icardi, convinti di essere stati eliminati. Poi arrivò la notizia del nostro passaggio grazie alla differenza reti favorevole. Ricordo le sue battute e le sue barzellette.

melli

Franco Melli

Ho diversi ricordi di Giampiero. Io sono rimasto sempre colpito dal modo con cui faceva il suo lavoro. Lo faceva senza darsi molta importanza o vanità, stabilendo con l’intervistato un clima di immediata amicizia e confidenza. Credo che ci siano stati tantissimi bravi intervistatori, ma nessuno è riuscito a stabilire quel feeling che sapeva determinare Giampiero. Giampiero che ritrovato in Sardegna dove dava spettacolo in un altro modo. Era un grande raccontatore di cose di vita, ma anche per le sue qualità gastronomiche. Indimenticabili certe spaghettate all’una o alle due di notte. Riusciva sempre ad accettare l’ironia altrui prendendosi anche in giro.

Tony Damascelli

Stamattina quando ho avuto la notizia ho voluto chiamare gli amici come Platini, suo amico. I campioni muoiono all’alba, e i grandi giornalisti sportivi muoiono il giorno in cui gioca la Nazionale. Vorrei che stasera la Nazionale portasse il lutto al braccio per Giampiero. Perché è stato una fetta grande della nostra carriera. Un compagno di tante avventure. Lui non si è mai preso sul serio, pur avendo un impegno professionale altissimo. Non ha mai esibito la sua competenza nel tennis o nel canottaggio. La sua coppia con Panatta era forse meno cattedratica di quella Tommasi-Clerici, ma ti coinvolgeva di più. Ho vissuto con lui serate come se mi trovassi in un film di Vanzina per la sua sincera teatralità.

Alessandro Vocalelli

Dopo aver sentito i colleghi ho poco da dire. Ricordo personalmente le telefonate di Giampiero che, da grande giornalista, mi ha sempre suggerito spunti in modo particolare. Io dico solo che Galeazzi è stato un talento naturale. Non è stato mai un personaggio costruito. La naturalezza è stata la sua grande qualità. In qualche modo stasera la Nazionale deve ricordarlo, perché lui ha fatto la storia del giornalismo e dello sport italiano.