Occorre ricordare accuratamente questo nome. È il nome Nunzia Alessandra Schilirò. Ella è vice-questore e ha fatto ampiamente parlare di se dacché in piazza ha apertamente detto di no all’infame tessera verde della discriminazione a norma di legge e del controllo bio-politico totalitario sopra e sotto la pelle. La sua posizione è una posizione coraggiosa, anche in ragione del fatto che ella occupa una carica niente affatto secondaria, quella di vice-questore. Ella si è opposta all’infame tessera verde, ha dato coraggiosa testimonianza della propria contrarietà ad una pratica abominevole, qual è l’infame tessera verde della discriminazione, nel modo più alto e dignitoso, lo ha fatto ricordando pacatamente che ella ha giurato sulla Costituzione italiana del cui spirito e della cui lettera l’infame tessera verde è un abominevole pervertimento.

La tessera verde per un verso è un fatto di tipo ideologico e politico, serve a discriminare chi non giuri fedeltà al partito del grande Reset, al Leviatano tecno-sanitario del capitalismo terapeutico. Chi non giuri fedeltà decade a rango di cittadino di seconda classe, subisce una sorta di apartheid terapeutico. Per un altro verso l’infame tessera muta chi ne sia dotato in suddito controllato in modo totale e totalitario dal nuovo dispotismo senza anima dell’ordine tecno-sanitario con tanto di aggiornamenti sempre controllati mediante codice QR delle nuove e sempre ripetute benedizioni di massa. Il fatto che Nunzia Alessandra Schilirò abbia con coraggio preso posizione contro l’infame tessera verde appellandosi alla Costituzione italiana ha determinato come conseguenza che subito è stata aperta una presa di posizione grave contro di lei, un provvedimento disciplinare.

Alla fine di questa triste storia sarà utile ricordare come dopo il 1945 i nomi degli uomini e delle donne che non si sono piegati, che hanno mantenuto la schiena dritta, che hanno difeso con le loro azioni e le loro parole la dignità umana e i diritti fondamentali. Sicuramente il nome di Nunzia Alessandra Schilirò sarà in questa lista di donne e uomini liberi. Il 100% di tesserati a cui il dispotismo tecno-sanitario vuole arrivare ha ragioni ideologiche non medico-scientifiche. È il sogno di ogni regime avere il consenso al 100% reprimendo tutto ciò che consenso non è. Voglio chiudere queste mie riflessioni in difesa, anzi dirò di più di elogio del contegno di Alessandra, ricordando un passaggio splendido di Vino e Pane di Ignazio Silone:

“Si può vivere anche in paese di dittatura ed essere libero, a una semplice condizione, basta lottare contro la dittatura. L’uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero. L’uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi; malgrado l’assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi. Questo è il male, non bisogna implorare la propria libertà dagli altri. La libertà bisogna prendersela, ognuno la porzione che può“

RadioAttività lampi del pensiero con Diego Fusaro