Voglio trattare il tema delle elezioni comunali a Napoli, la città in cui risiedo e sarei chiamato a votare. Voglio trattare questo tema perché al momento il candidato che dicono essere favorito per la carica, è quello nato dalla fusione tra il partito Democratico, insieme a quella che può essere considerata la più clamorosa truffa politica di tutti i tempi, ossia il Movimento Cinque Stelle. Bene, da questa fusione inquietante, da questo ibrido, nasce il candidato sindaco Gaetano Manfredi, ex ministro dell’Università e della ricerca del Governo Conte 2, giusto per non farsi mancare nulla. L’alternativa è Catello Maresca, uno dei più noti magistrati anticamorra della città. Ora io non voglio entrare nel merito degli specifici programmi dei diversi candidati. Lo sappiamo, sono appunto programmi, che il più delle volte restano degli slogan. Attualmente, inutile che io lo dica, tutti i candidati promettono una Napoli al centro del Mediterraneo, capitale del sud, criminalità debellata, lavoro e sicurezza. Da quando io ho cominciato ad interessarmi di politica sono almeno 24 anni, e sono passati almeno 6 sindaci, che hanno poi fatto sempre le stesse promesse. Lasciamo poi stare i programmi futuri e cominciamo a giudicare le persone e le coalizioni per ciò che hanno fatto in passato.

Da qui nasce la mia perplessità. Possibile che l’italiano medio, in questo caso il napoletano, possa preferire l’esponente di due partiti che hanno fallito su tutto, a livello nazionale e regionale, che hanno sempre fatto clamorosi passi indietro sui programmi per cui chiedevano il voto? Su questo punto, se parliamo di M5S non credo ci sia bisogno di ulteriori approfondimenti. Insieme ad un PD che ha sempre contribuito a rendere Napoli quella carta sporca di cui non importa a nessuno, tanto per citare un concetto espresso da Pino Daniele, mentre dall’altra parte c’è un magistrato protagonista delle maggiori inchieste anti-camorra, che rischia sulla propria pelle ogni giorno, che conosce il territorio, le criticità e che non viene da quella parte politica che ha già fallito e perseverato nel fallimento. Mi chiedo allora come sia possibile che continuiamo ad affidarci alle promesse future senza capire che dobbiamo giudicare le persone e i partiti sulla base di ciò che hanno già fatto in passato. Ai posteri l’ardua sentenza.

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