Il Governo ha dato il via libera al decreto per l’estensione dell’obbligo del green pass anche sui luoghi di lavoro, pubblici e privati. La scelta punta ad un nuovo giro di vite per accelerare la campagna vaccinale. All’orizzonte si delinea una nuova compressione dei diritti in nome dell’emergenza sanitaria. La scelta dell’esecutivo, come spiega il retroscenista politico Marco Antonellis, avrebbe una forte connotazione politica per gli equilibri stessi del governo: “Draghi ha agitato lo spettro dell’obbligo vaccinale per ottenere fondamentalmente il green pass e tenere unita la maggioranza“.
Un presente tormentato e un futuro che potrebbe essere perfino peggiore. I timori del giornalista vanno al periodo post-epidemico, quando il virus sarà divenuto endemico o comunque non più tanto aggressivo da giustificare restrizioni di libertà (la fine dell’epidemia sembra ormai una chimera); la domanda di Antonellis richiede risposte chiare: come la mettiamo a quel punto con libertà e diritti?

Nodo Green pass in Parlamento

L’estensione del Green pass anche ai luoghi di lavoro evidenzia la differenza rispetto al trattamento riservato al Parlamento, dove la tessera verde non è richiesta: “Green pass in Parlamento? C’è un tema di costituzionalità” evidenzia Antonellis ,”già è molto brutto che con il green pass si possa ledere il diritto al lavoro, per la gerarchia delle leggi il diritto al lavoro è costituzionale e non puoi subordinare il diritto al lavoro al green pass. Io credo che la Corte Costituzionale avrebbe molte cose da dire ma anche un giudice ordinario potrebbe dire qualcosa. Il Parlamento è la sovranità del popolo, non puoi subordinare la sovranità popolare al green pass. Sarebbe una cosa di una grande gravità

“Pericolo repressione diritti”

Ci sono tutte queste restrizioni in nome dell’emergenza ma bisogna fare attenzione che i diritti che sono stati calpestati per l’emergenza Covid tornino tutti come prima. Nessuno pensi di fare il furbetto di mantenere questi sistemi di tracciamento delle persone, questo svilimento del diritto al lavoro o la compressione di altri diritti per l’emergenza. La gente lo può sopportare in nome dell’emergenza, difficilmente potrà sopportare una volta usciti dall’emergenza. Io temo ci saranno dei circoli e degli ambienti internazionali che invece faranno di tutto per mantenere lo status quo anche usciti dall’emergenza. Bisognerà fare molta attenzione perché comunque c’è una notevole compressione anche dei diritti costituzionali, penso il diritto alla libertà, al movimento delle persone. Un conto è farlo nel nome dell’emergenza, un conto è farlo anche dopo. Bisognerà essere molto vigili”.

Le contraddizioni del decreto

Non puoi far diventare gli imprenditori dei pubblici ufficiali, danno sanzioni come se fossero Carabinieri e Vigili? Un conto che una sanzione te la dà un pubblico ufficiale. Sappiamo come funzionano le cose in Italia, ma c’è qualche imprenditore che approfitta della situazione per liberarsi dei lavori scomodi“.