Il dibattito sul Green pass infuria. Cresce il malcontento per le misure di limitazione della socialità imposte dal governo. L’iniziale blocco monolitico dell’opinione pubblica favorevole alle restrizioni appare perdere forza e tasselli. I dati giunti sui vaccinati da Israele, le testimonianze di medici e virologi fuori dai circuiti mainstream continuano a minare le sicurezze paradigmatiche del Green pass. Si definiscono allora possibili misure di opposizione pacifica e legale, una resistenza libera e in coscienza.

Lontano da slogan pseudo-ribellistici emerge la necessità di offrire soluzioni strategicamente efficaci e legalmente sostenibili. Accantonando atteggiamenti di sterile improvvisazione e modi rivoluzionari di maniera, si delinea una possibile strategia di opposizione civile basata su intelligenza e perseveranza. Come opporsi dunque al green pass? Fabio Duranti ad “Un giorno speciale” analizza una possibile soluzione in grado di sfuggire alle regole imposte dal governo. Accettare solo su carta il green pass per svuotarlo di fatto dall’interno. Una posizione legale basata sull’utilizzo del tampone come contromossa all’obbligo indiretto della vaccinazione.

Fabio Duranti ne parla ad “Un giorno speciale”

“Ho notato che esiste una esigua parte di intransigenti, irriducibili. Quelli che vanno avanti con i paraocchi. Quelle persone che non seguono la logica e vogliono andare per lo scontro. Non capiscono la strategia che si deve adottare per arrivare ad un risultato. Quelli proprio fissati con la guerra a prescindere. L’altro giorno abbiamo parlato del Green pass. Io ho mostrato il mio green pass spiegando che non era da vaccino ma da tampone. Dicevamo che un’ottima tattica è quella di mettere questi governi in imbarazzo su queste regole stupide, tese probabilmente ad altri scopi non a preservare la vita umana, non quelli di tutelare il popolo, quelli sanitari.

A tutte quelle persone che invece sono irriducibili e che invece vogliono a tutti i costi lo scontro dicendo no green pass. Io sono assolutamente contrario al green pass che abbiamo paragonato con il passato facendo vedere l’uscita della rivista La difesa della razza, io voglio dire che il green pass è una buffonata però noi abbiamo due possibilità. Questi hanno fatto la legge, il decreto legge, l’hanno fatto, allora noi o siamo irriducibili del forcone, ma poi è necessario organizzarsi, ma ti hanno fatto capire con l’esercito, con le stellette, che dietro hanno le armi. O sei più forte, ti ribelli in un modo forte ma dobbiamo essere tanti, allora tu devi usare l’intelligenza.

Ti hanno mostrato le armi e il potere economico: abbiamo un banchiere a presidente del consiglio e l’esercito per l’emergenza. Qui da noi siamo stati fessi da lasciar fare la distruzione della costituzione. Adesso che vogliamo fare? Vogliamo fare i finti duri? Voi che criticate noi che cerchiamo strategie legali e vincenti, poi possiamo anche non vincere, ma almeno che ci sia una strategia che ha una logica. La logica della strategia del tampone vero che è costosa, vero che non è per tutti, ma quante cose costose ci sono più della nostra vita? Più della vita dei nostri figli? Noi non abbiamo ceduto, noi prendiamo la loro arma, gliela rivoltiamo contro e spariamo. Qual è l’arma? È il Green pass. Voi questo non avete ancora capito irriducibili dello scontro, che però non serve a nulla. Intanto partiamo dal principio che se le cose si possono risolvere in modo pacifico facciamolo, perché il modo pacifico è quello che dobbiamo prediligere sempre e comunque. Vogliamo pensare alla strategia?

Molta gente scrive: “Eh ma se noi accettiamo il Green Pass, avalliamo…”. Noi cerchiamo di evitare lo scontro, anche perché l’unico che ci è rimasto è quello fisico. Quindi o ti scontri direttamente, che è una cosa che noi non consigliamo, o finché si può, finché non ci vengono a toccare dentro casa, adempiremo al nostro ruolo di media. Noi siamo la forza che mette pace. Bisogna essere intelligenti o succede come nell’hotel di San Candido che da no mask è diventato mask. Bisogna essere coerenti.

Il Green Pass è una specie di tessera come quella al tempo del nazismo. Il tampone ti becca anche se sei raffreddato, ci sono tanti falsi positivi. Però vogliamo accendere il cervello. È stato fatto il Green Pass, è una buffonata, però sul Green Pass c’è scritto che lo puoi avere col vaccino, col tampone o con la guarigione. Se noi apriamo i giornali e le tv, ci fanno due p***e con i contagiati. Ma quei contagiati come li calcolano? Con un tampone. Quindi lo ritengono un sistema valido. Allora facciamo la rivolta delle persone libere e sane: ci sto lavorando. Oggi lo Stato ci dà un documento che certifica che sei sano con un tampone. Se io con un tampone negativo e il Green Pass dimostro che sono sano, che non sono infettato e non posso infettare, allora giro per la società come mi pare. Entro nei locali, negli uffici pubblici, come mi pare, perché sono sano. Se poi mi infetto sono cavoli miei. Non può esistere una legge che mi vieta di fare qualcosa perché il Ministero della Salute mi dice che sono sano. Con quale autorità limiti la mia libertà? Già l’emergenza te la sei inventata. Se anche mi infettassi ora, dovrebbero passare almeno 48 ore per contagiare qualcun altro. Quindi giro dove voglio. Faremo gruppi di persone con studiosi, parlamentari ecc. e andremo al ristorante, al bar, negli uffici pubblici, tranquilli e liberi.

In Svezia li hanno responsabilizzati, mentre qua non ci vogliono responsabili. Ci dicono tutto loro. In Svezia i tamponi sono gratuiti per tutti, anche per i turisti. Se vogliono, possono farlo. È gratis. I tamponi non sono certi? Burocraticamente lo sei. E anche clinicamente, esistono falsi positivi ma non falsi negativi. In Svezia i sani erano in giro a lavorare, mentre i malati sono a casa. Da settimane e settimane sono a zero morti”.