Vaccini, Green Pass e problemi vari relativi all’emergenza: tutti temi che spaccano l’opinione pubblica. La divisione creata anche a causa di imposizioni che tendono a frazionare la cittadinanza in due serie, A e B, potrebbe avere come origine il comportamento assunto dalla classe politica del Paese. Essa che dovrebbe essere rappresentativa del popolo italiano sembra difatti subire la stessa suddivisione tra chi è a favore ai sieri e addirittura alla loro obbligatorietà e a chi ne è contrario, tra chi approva la scelta compiuta sulla certificazione verde e chi invece la aborre.

Scendendo ancor più nel particolare, all’interno di una singola forza politica si possono trovare posizioni discorsi. È il caso della Lega, il partito portato alle stelle da Matteo Salvini. Due fazioni sono nate in merito a restrizioni, obblighi, vaccinazioni: una nata in seno ai due rami del Parlamento e composta da Onorevoli del calibro di Claudio Borghi, Alberto Bagnai e Armando Siri; l’altra che può essere facilmente indicata come ala dei Presidenti di regione ed è il caso di Luca Zaia, Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana.

La situazione interna al Carroccio, che ha avuto conseguenze anche nei recenti provvedimenti emanati dal Governo Draghi, è stata delineata in diretta dal giornalista Fabio Dragoni. Ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich, l’esperto in politica e economia ha fatto il punto della situazione. Ecco il suo intervento a Un Giorno Speciale.

“Salvini ha temuto una spaccatura interna al partito. E non si è accorto invece che dicendo sì al Green Pass lui si spacca, ma dal suo elettorato. La Lega ha detto sì, la Lega ha votato sì, neanche si è astenuta. Quindi noi alla prova dei fatti non possiamo dire che la Lega è contraria al Green Pass, perché la Lega ha votato sì in sede di Consiglio dei Ministri. Il punto dove dire no era quello, perché Draghi non si poteva permettere un voto a maggioranza, Draghi non se lo poteva permettere. Se la Lega avesse votato no Draghi avrebbe avuto un problema e il giorno dopo la notizia sarebbe stata che c’era un problema dentro il Governo e c’era un problema per Draghi: cosa che la Lega non ha avuto il coraggio di porre.

Da sempre la Lega si è battuta per certi tipi di libertà e per un certo tipo di elettorato. Ora io mi domando che diavolo di razionale ci sia nel mettere un lasciapassare per sedersi intorno al ristorante e come questo possa far ripartire l’attività di questi negozi? È una cosa che io non mi spiego. Quindi la conclusione è che funzionerà nella misura in cui questa roba non viene applicata”.