Il Covid letto con gli occhi della statistica. In questi ultimi giorni l’opinione pubblica si sta decisamente dividendo su vari temi che, però, si ricollegano ad un unico comun denominatore: l’andamento dell’epidemia.

L’Italia, come altri paesi europei, sta facendo i conti con la grana della Variante Delta. Giornalmente le autorità preposte aggiornano i dati della curva delle infezioni, dei ricoveri e, purtroppo, ancora dei decessi. Nel frattempo la campagna vaccinale sembra procedere speditamente in gran parte del nostro territorio.

Sul Green Pass lo scontro è totale e senza esclusione di colpi. Opinioni contrapposte e spesso contrastanti ci accompagnano ormai quotidianamente.

Proviamo a far chiarezza con l’ausilio del Prof. Antonello Maruotti, Ordinario di Statistica presso l’Università Lumsa di Roma, intervenuto ai microfoni di ‘Lavori in Corso’

I numeri dicono che la crescita del contagio sta rallentando

In questa fase la parola d’ordine è equilibrio. Stiamo sentendo toni allarmistici, da istituzioni o da chi è predisposto a prendere decisioni, circa una quarta ondata che raggiungerà 40-50mila casi al giorno. I numeri di questi ultimi giorni ci stanno dicendo che c’è un rallentamento della crescita. Questo non vuol dire che l’epidemia sparisce o ci fermiamo così di botto. Semplicemente significa che la crescita sta rallentando e, quando la crescita rallenta, questo è il classico segnale che ci stiamo avvicinando a quella parola magica che si chiama ‘picco’ o ‘plateau’. Cioè una serie di giorni in cui potremmo osservare un numero di casi relativamente elevato prima di veder la curva del contagio tornare a scendere, non sappiamo ancora quanto lentamente“.

C’è un arco temporale più o meno preciso?

Il nostro gruppo di ricerca di chiama ‘Start Group 19’. Abbiamo sviluppato un modello, pubblicato sulla rivista scientifica chiamata ‘Statistics in Medicine’, che ci consente di fare previsioni di breve-medio termine anche e soprattutto sul picco. Questi modelli ci dicono che tra la fine di questa settimana e la prossima raggiungeremo quello che viene chiamato ‘picco di incidenza’, cioè il numero massimo di nuovi casi osservati giornalmente in Italia. Tutte le regioni stanno frenando, quindi raggiungeremo presto questo picco. Il modello prevede il picco tra il 29 luglio e il 4 agosto, poi dipende da una serie di fattori. Non è facile fare questo genere di previsioni, perché ci sono tutta una serie di fattori esterni. Se dovessimo fare manifestazioni o festeggiamenti, come quelli visti per la vittoria dell’Italia, tutti i giorni ovviamente la curva ricomincerà a salire“.

E sul tema vacanze con i problemi nati in certe località turistiche?

Bisogna essere realisti. Io, da persona che sta studiando il Covid da 18 mesi, ogni volta che vedo un assembramento ovviamente non sono felice. Perché so che questo fa sì che aumenti il rischio di contrarre la malattia. Allo stesso tempo sarebbe stato irrealistico vietare i festeggiamenti per la vittoria dell’Europeo o per altre situazioni simili. Giustamente bisogna porre protocolli di sicurezza, che già ci sono ed altri possono essere messi in campo. Io parlo spesso delle discoteche. Vedo i profili Instagram dei miei studenti. Purtroppo è pieno di locali che dopo cena mettono musica e si balla. Questo va a discapito di chi invece, in altri locali, fa rispettare le ordinanze. Basterebbe semplicemente introdurre un protocollo di controllo serio e far riaprire i locali da ballo senza nessun problema. Il rialzo dei contagi dipende solo dai nostri comportamenti“.

Diverso il discorso delle ospedalizzazioni

E’ vero, il tasso di positività sale. Probabilmente continuerà a salire. Io non sto dicendo che domani scendiamo, sto dicendo che rallenta la crescita con cui aumentano i contagi. Per settimane abbiamo visto raddoppiare i contagi ogni 7 giorni. In Inghilterra questo raddoppio era molto più elevato del nostro. Noi invece stiamo osservando che questa crescita sta rallentando, ed il rallentamento della crescita è il preludio al picco. Detto questo ci sono altri indicatori che dobbiamo tenere in considerazione e sono le ospedalizzazioni, cioè i ricoveri ordinari e quelli in terapia intensiva. Sappiamo che quelli aumenteranno in questi giorni perché c’è una differenziazione temporale tra contagi e ospedalizzazioni“.

“L’importanza del vaccino”

Il vaccino è l’arma principale messa in campo in questa fase per contenere soprattutto la gravità della malattia. Perché dai dati a disposizione, non solo italiani ma anche israeliani, i vaccinati hanno una probabilità di ospedalizzarsi veramente molto bassa. Vedremo che i nostri ospedali si riempiranno pressoché in modo esclusivo di non vaccinati. Certo, questa variante Delta ha ampliato la platea di soggetti a rischio. Abbiamo visto che questa buca la prima dose di vaccino“.

Che numeri possiamo legare al tema Green Pass?

Il Green Pass è stato usato da Mario Draghi come strumento per incentivare la vaccinazione. Il Presidente è andato giù dritto in maniera pesante e anche eccessivamente. E’ vero che si muore di Covid, però sappiamo anche che il 95% dei casi è molto lieve e non richiede interventi gravi. Il Green Pass è sicuramente uno strumento utile in questa fase non solo per incentivare la vaccinazione, ma per tornare alla vita normale. Come tutte le cose, però, va regolamentato in modo corretto. Per gli eventi pubblici ha un senso, mentre costringere un ristoratore o un barista a fare lo sceriffo credo sia alla fine impraticabile. Quindi poche regole e chiare“.