C’è uno spazio vuoto, quello lasciato dal dibattito morale e religioso che ha abbandonato da anni il monito al sistema capitalistico internazionale e non ha ancora abbracciato l’economia umanistica. La ragione per cui farlo è essenzialmente dettata da esigenza di occupazione di uno spazio dal posto abbandonato dal principio religioso e prontamente occupato dal principio comunicativo. L’ingegneria del consenso elettorale usa un linguaggio adatto a chi ha completamente perso ogni capacità critica. La menzogna, se ripetuta un numero sufficiente di volte, soprattutto se suffragata da persone ritenute autorevoli perché parlano alla tv, diventa incontestata verità.

In questa pillola riprendo il tema della mancanza di un dibattito etico in economia. L’economia nasce dal dibattito etico: i primi filosofi erano economisti, o meglio, viceversa, come Aristotele fino ad Adam Smith. I grandi economisti sono di fatto uomini esperti di teologia, filosofia o dibattito etico ma specificatamente di filosofia morale. L’economia, spostando la ricchezza da una parte all’altra, non è una scienza oggettiva. Quelli che vi dicono: “Bisogna fare così perché lo dicono le leggi, le regole o le equazioni”, mentono sapendo di mentire. L’economia è un’opinione, una scienza soggettiva e sociale. Ha un impatto sulla società. Per tale ragione sono preoccupato che sia stata abbandonata ogni valutazione di tipo etico. Bisogna fare i tagli alla spesa pubblica perché bisogna fare il bilancio, tagliare i posti di lavoro, creare disoccupazione: ma è giusto per la stabilità di una moneta? Che sia efficiente, per chi deve accumulare enormi ricchezze, non ho dubbi. Ma per la povera gente, è giusto? Se sia giusto o meno è sparito dal dibattito: è stato introdotto invece il dogma assoluto. La bugia, ripetuta un numero sufficiente di volte, diventa una verità. Soprattutto se detta da qualcuno in televisione perché la gente ha perso la capacità di critica.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi