“Non ha visione politica, né capacità manageriali. Può creare l’illusione collettiva e momentanea, ma non può risolvere i problemi del Movimento 5 Stelle”. Con queste accuse gravissime Beppe Grillo liquida Giuseppe Conte.
Ora, premettendo che anche l’orologio rotto indica l’ ora esatta due volte al giorno, devo ammettere di essere in questo caso pienamente d’accordo, per una volta, anche con le parole di Grillo. Non posso però che constatare quanto disonesto sia stato: oggi ci fa sapere, per i motivi che lui stesso ha elencato, che Conte non è adatto neanche per guidare un ‘partitino’ allo scatafascio, che ci ha abituati a vederli fare tutto e il contrario di tutto. Eppure si tratta dell’uomo che proprio loro, quelli del Movimento 5 Stelle, hanno voluto alla guida del Paese in uno dei momenti più delicati e difficili della storia moderna, e l’hanno voluto a capo di ben due maggioranze. Lo avrebbero voluto anche per la terza, a quell’uomo che oggi ritengono politicamente incapace e senza visione.

Ma ci rendiamo conto di quanto disoneste siano queste persone, pronte a tutto per il proprio tornaconto, incluso passare sul cadavere di un intero Paese?
Ora onestamente non so cosa sia peggio per il Movimento tra Grillo e Conte. Spero solo che gli elettori grillini onesti si ravvedano e la smettano di prestarsi a questa pantomima, che è una disgrazia per il Paese. Capisco le motivazioni per cui molti italiani hanno appoggiato a suo tempo il Movimento, capisco perché siano rimasti ancorati, attaccati con le unghie a quel progetto che inizialmente ha fatto sognare tanti. Persone che hanno appoggiato quel sogno in assoluta buonafede, stanchi di tutto lo schifo che ruotava attorno ai vecchi partiti.

Ora basta, si rassegnino. Lavorino tutti insieme a creare un’alternativa che riprenda con onestà le vecchie battaglie, il vecchio spirito, i vecchi programmi, con le anime rimaste pure. Ma basta appoggiare questo movimento.
Non è più resistenza, adesso diventa malafede.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo