Quello che sta accadendo a Cuba in queste ore è esattamente quello che in precedenza è già accaduto (a più riprese) in Venezuela, in Bolivia, in Nicaragua, in Brasile, ossia in tutti quei posti del globo che gli apparati statunitensi ritengono essere il loro cortile di casa.

Infatti viene attuato sempre lo stesso copione: gli americani inducono una crisi economica fatta di embarghi, di sanzioni economiche e di attacchi speculativi. Chiudono il popolo in una morsa e, quando quel popolo è allo stremo e comincia a protestare, allora fomentano le varie manifestazioni e scontri di piazza. Tutto ciò per provare poi a disarcionare i governi in carica e mettere un loro Governo fantoccio.

Questo è quello che hanno provato a fare senza successo in Venezuela l’ultima volta, quello che hanno provato a fare in Bolivia, riuscendoci inizialmente, ma poi il popolo sovrano ha portato di nuovo a capo del Governo boliviano un membro del partito del presidente che era stato costretto all’esilio.

Il copione, in pratica, è sempre lo stesso: quello che faranno a Cuba in queste ore è qualcosa di già scritto. Però facciamo attenzione perché – ancora una volta – ci sono potenze come la Russia che hanno smesso di avere un ruolo semplicemente di testimoni di quelle che sono le angherie statunitensi in giro per il mondo e stanno invece intraprendendo un ruolo più attivo. Lo abbiamo visto in Venezuela quando è fallito il tentativo di portare al Governo Guaidó e lo stiamo vedendo anche con Cuba, dove le ingerenze della Russia avranno sicuramente un ruolo determinante.

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