Un passo in avanti secondo alcuni, uno indietro secondo altri. Uscendo fuori dal Covid, l’argomento politico del momento è il Ddl Zan, provvedimento contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo. Il tema riporta al centro del dibattito politico la battaglia per i diritti civili che negli ultimi anni ha prodotto discussioni accese ma anche storici traguardi.
Con quest’ultimo disegno di legge, che porta il nome del deputato che lo ha presentato, Alessandro Zan (PD), sembra riproporsi l’annosa divisione tra progressisti e conservatori. Una lotta anche interna al Parlamento, dove l’iniziativa è rimasta bloccata per settimane in Commissione Giustizia al Senato. Ieri invece la notizia della calendarizzazione del Ddl Zan ne ha alimentato il fuoco.
Sull’argomento è intervenuta in diretta l’attivista e scrittrice, già deputata di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Vladimir Luxuria. Queste le sue parole a “Lavori in corso”, con Luigia Luciani e Stefano Molinari.
“Bassetti il più sexy tra i virologi”
“Bassetti è sexy. Lo vedi sempre con questa palpebra mezza abbassata, in questo stato di dormiveglia come dopo aver fatto l’amore. Queste labbra carnose. Adesso non voglio scomodare Freud, però si parla di notizie negative, di morti.. e poi arriva lui: Bassetti. Che in qualche modo diventa l’uomo in camice bianco che già può attrarre un certo tipo di gente, che ti rassicura. Anche l’accento genovese è molto sexy. E poi è uno che rassicura”.
“Diritto alla parola sì, diritto alla parolaccia no”
“Con Zan io mi sento tutti i giorni, ci diamo sostegno l’uno con l’altro. Gli ho detto che deve essere molto zen in questo periodo, più che Zan. Deve avere molta pazienza, molta forza perché non è facile.
Cerco di dirlo nella maniera più semplice e elementare: se io picchio qualcuno c’è già una pena, c’è già un reato. Non è che viviamo in una nazione dove è lecito picchiare qualcuno. Se però tu picchi qualcuno per una motivazione che non riguarda un fatto che è successo tra te e l’altra persona. Ma se tu quella persona neanche la conosci e la picchi perché per te rappresenta una comunità, allora si prevede l’aggravante. C’è già l’aggravante della legge Mancino. Quindi noi diciamo che così come si può prevedere l’aggravante se uno dice un insulto a una persona per la sua religione o per il suo colore di pelle, lo stesso deve avvenire per chi istiga o commette un atto di violenza perché semplicemente la persona è gay, lesbica o trans.
Il diritto di parola è garantito. Si potrà continuare a invitare gente che non è d’accordo sui matrimoni gay, gente che non è d’accordo sul fatto che i gay possono diventare genitori: potranno continuare a dirlo perché c’è l’articolo 21 della Costituzione. Diritto alla parola sì, diritto alla parolaccia no”.
Aiutiamo a vivere in una società in cui i discriminati non devono essere più i gay, le persone che hanno un colore di pelle diverso, le persone con disabilità, le donne. Ma coloro che fanno violenza, loro sì che dovrebbero essere discriminati da tutti. Senza appartenenza e schieramenti politici. Non è una vittoria della sinistra o della destra: dovrebbe essere una vittoria del senso di civiltà di un Paese democratico.