C’è chi pronosticava le recessioni più tetre, chi ancora pensava che sarebbe stato l’inizio della fine per la maestosa terra inglese. Invece a distanza di quasi cinque anni dallo storico referendum sulla Brexit, il Regno Unito sta ancora lì, sano, salvo e probabilmente in condizioni migliori rispetto all’Europa che ha lasciato. Lo ha ricordato l’eurodeputato Antonio Mari Rinaldi in questo intervento nella seduta plenaria del Parlamento Europeo.

“Tra due mesi saranno cinque anni dal referendum sulla Brexit: quante disgustose bugie abbiamo dovuto ascoltare da improvvisati novelli Catone che urlavano ‘Britannia delenta est’, solo perché ricordava un pericoloso precedente? Gli stessi che sostenevano convinti che con il recesso ci sarebbero stati solo due giorni di scorte alimentari e di medicinali. E che il Regno Unito sarebbe sprofondato nell’Oceano.

Riguardo all’azione economica a maggio prossimo ricordo che sarà un anno dal lancio del Next Generation Eu, di cui il Recovery è la colonna portante. Ebbene, di quest’ultimo ancora non si è visto un solo centesimo: bloccati nelle palude dei regolamenti, della burocrazia, delle condizionalità che non consentiranno la crescita sperata.

Il Regno Unito ha invece potuto fare investimenti ad alto moltiplicatore, senza perdere tempo prezioso al punto che desidero fare una scommessa davanti tutti voi che fra due anni la loro crescita sarà molto superiore a quella dell’Unione Europea.

La Brexit poteva essere un’ottima occasione per fare un mea culpa e rivedere radicalmente tutti i meccanismi su cui si fonda l’Unione europea. Ad iniziare dalla governance economica.

Avete dimostrato di non aver imparato la lezione. Bruxelles ha ignorato colpevolmente per troppo tempo che il Regno Unito è acquirente netto di beni e servizi nei confronti dell’Ue. Nessuno, fino ad ora, ha avuto il coraggio e l’umiltà di chiedere scusa ai cittadini britannici per le bugie che sono state solo per aver osato di non seguire più le imposizioni errate dell’Unione. Allora lo faccio io in questo momento, in qualità di membro del Parlamento Europeo”.