In evoluzione continua. È così che si presenta il mondo del XXI secolo ai nostri occhi. Cambia il modello di società, gli stili di vita si adeguano, trionfa la logica del neoliberismo. La stessa che probabilmente ci ha portato al punto che oggi ben conosciamo. Alle porte si prospetta una situazione economica devastante. E a farne le spese saranno soprattutto coloro che già adesso vivono in estrema difficoltà.

“A livello mondiale planetario il disegno di questi signori è tramite la finanza decidere chi è occupato e chi no”: così il professor Valerio Malvezzi ha commentato lo scenario presente e gli sviluppi che verranno. Insieme al fiscalista Giancarlo Coppola e ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich è stato analizzato il quadro economico.

“C’è il divide et impera. Io ho parlato tante volte di documenti che sono stati all’origine del neoliberismo. Loro, quelli che hanno il potere, sanno usare molto bene gli strumenti di comunicazione. Il divide et impera è efficace. Se i lavoratori dipendenti si mettono a dire ‘ah, ma io lavoro molto di più’ allora loro sono riusciti nel loro intento di creare le tifoserie, le guerre tra poveri. Dopo che avranno tolto il lavoro agli albergatori, ai commercianti e saranno arrivate le grandi multinazionali ecco che arriverà a quel punto la possibilità di sostituire i lavoratori.

Io sto dicendo un altro concetto: l’uomo è insostituibile, ma per uomo parlo di strategie e consulenza di strategia. E parlo di cambio di paradigmi per cui dico: attenzione, non facciamoci fottere dai software perché la consulenza intellettuale, cognitiva, per esempio la pianificazione finanziaria un software non la può fare.

Io sto parlando di strategia perché nessuno è insostituibile. Siamo in una fase cosiddetta di risk-on, vuol dire che non esiste più sul mercato mondiale nulla che non sia a rischio. In questo quadro strategico in cui tutto diventa a rischio, c’è stato nel XIX secolo la leva del lavoro sul capitale, nel XX secolo c’è stata la leva del debito sul capitale. In realtà tutti i commentatori sono fermi a 50 o 100 anni fa, perché il problema del XXI secolo non sarà più il debito sul capitale o il lavoro sul capitale, ma sarà il lavoro competitivo sul lavoro non competitivo. E a livello mondiale planetario il disegno di questi signori è tramite la finanza decidere chi è occupato e chi no. Perché chi non è occupato finirà a prendere il reddito di cittadinanza e ad avere la birra sul divano.

Quello che mi fa ghiacciare il sangue nelle vene e che a tanti giovani è stato detto ‘iscriviti a prendere il reddito di cittadinanza perché così avrai la corsia preferenziale nei centri per l’impiego’. La verità è che non è aumentata l’occupazione giovanile, anzi, adesso abbiamo una norma del ministro Brunetta che dice che alle pubbliche amministrazione si accede per titoli e non più per esami e per concorso”.