Lazio vs Benevento è stata una di quelle partite che possono far rischiare l’infarto. Il primo tempo è stato dominato, indubbiamente, dalla squadra di Simone Inzaghi, oggi sostituito. Dopo appena 20 minuti la squadra di Lotito vinceva per 2 a 0. Un autogol del bravo ma sfortunato Depaoli, e uno di Immobile, più un rigore segnato da Correa per il 3 a 0 hanno subito messo la partita su un binario pericoloso per La Strega. Poi un bellissimo gol di Sau per il Benevento, ha riacceso la speranza. 

Le squadre vanno al riposo convinte che la partita sia chiusa oramai.

Nel secondo tempo entra Dabo al posto di Sau, che dopo il gol si era fatto male. Al 48’ su una bella ‘jugada’ di Correa e Immobile, Montipò è sfortunato e devia in modo incolpevole la palla in rete: Lazio 4 Benevento 1. 

La partita sotto un forte diluvio e potentissimi tuoni amplificati nello stadio vuoto, si mette in discesa per i ‘celesti pervinca’ laziali, ma diventa irrimediabilmente un po’ più dura. Schiattarella e Glik prendono un giallo ognuno limitando ancor di più la capacità di difesa della squadra di Filippo Pippo Inzaghi.

Al 55’ Immobile si vede parare un rigore da Montipò, che riprende coraggio. Entra Parolo per Leiva e Lulic per Fares.

Al 57’ Pippo Inzaghi fa i cambi che cambieranno la partita. Entra Nicolàs Viola al posto di Schiattarella, Lapadula al posto di un Gaich (volenteroso ma teso perché poco servito) e Caldirola al posto di un Letizia ancora non al massimo della forma e quindi in difficoltà contro un giocatore velocissimo come Lazzari. 

Al 62’ rigore in favore del Benevento su una trattenuta di Marusic su Ionita. L’arbitro, dopo il richiamo del Var, assegna il rigore. 

Nicolàs Viola non esita neanche un secondo. Il talento reggino gira e rigira la palla sul dischetto per trovarle una posizione di immobilità. Finalmente la trova. Si muove all’indietro senza lasciar di guardare negli occhi Reina. Si ferma. Fischio dell’arbitro. Piccola rincorsa di Nicolàs. Tiro! Palla a sinistra del portiere e portiere, in tuffo, sulla parte opposta. Terzo gol di Nicolàs Viola  e la partita che diventa, sul 4 a 2, meno facile per la squadra di Simone Inzaghi.      

Al 68’ una rete annullata a Lapadula, dopo richiamo del Var, su calcio d’angolo pennellato da Viola. Peccato per il Benevento.

Al 78’ entra Iago Falque ed esce Ionita. All’81’ e 84’ due occasioni perse da Insigne e Depaoli. All’85 sull’ennesimo calcio d’angolo pennellato dal talentuoso numero 10 de La Strega, Glik, di testa batte Reina.

L’arbitro, concede 6 minuti di recupero. Poi mentre il Benevento era teso pericolosamente all’attacco, su contropiede, la Lazio, segna il 5 a 3. Un 5 a 3 probabilmente troppo pesante per il Benevento del secondo tempo.

Questa partita credo che possa però, essere illuminante, per lo staff sannita, se saprà essere umile e accettare le indicazioni del campo. La luce che da esso deriva è che i talenti vanno fatti giocare, sempre! Io, caro Pippo, ti avevo detto, di non cambiare formazione dopo la vittoria sulla Juve. Ma tu, giustamente (dal tuo punto di vista di allenatore) te ne sei strafottuto del mio competente ‘consiglio’. Al punto che dopo la vittoria a Torino non ne hai indovinata più una partita. Questo si chiama masochismo.

Ora parlando più seria-mente, le chiedo scusa, signor Filippo Inzaghi. Vorrei che Lei capisse che io, le sto parlando vera-mente col massimo rispetto; come uomo, ex calciatore, e attuale tecnico. Capisco perfettamente, che Viola, Caldirola, Letizia, Falque e altri si stiano riprendendo da lesioni serie, ma bisogna che voi: allenatore, staff medico, direttore sportivo, presidente, quant’altro e tutte le altre categorie sciasciane (evito d’elencare) che ruotano intorno alla squadra, lasciate un po’ da parte la deleteria onnipotenza che certe conquiste possono depositare addosso alle vostre persone. Molti allenatori contemporanei danno troppa importanza alla tecnologia calcistica, a danno dell’intuito dei grandi del passato. Permettetemi di consigliarvi un umile ritorno alle capacità del “occhio” dell’esperto di calcio. E tu Pippicéiu e tu Pascalìnu, e tu Don Oreste, i sapìti ‘stì còsi! Voi due (Inzaghi, Foggia) siete esperti del campo e veterani degli spogliatoi. Voi che sapreste scegliere i giocatori, soltanto dalla camminata, come mai lasciate fuori i talenti? Ecco, Pippo caro, Pasquale caro, Don Oreste egregio, vi voglio consigliare di recuperare quella armonia che solo un tifoso distratto non noterebbe come ‘mancante’ all’interno del gruppo attuale dei calciatori. 

Il Benevento ancora ce la può fare. Anzi… in modo consapevole, qui e ora, ce la fa a restare in A (rimata pure). Ma molto dipende da voi e dalla metabolizzazione riuscita delle problematiche che il covid-19 ha imposto alla squadra. Evitiamo di far sì, che il virus dell’incomprensione e del livore personale, distrugga un sogno. Il calcio e la vita sono i risultati di dinamiche psicosomatiche. I calciatori non sono macchine di carne, né il risultato della combustione del cibo, che assume la forma cilindrica o ectoplasmatica, o piuttosto liquefatta, che variando cromatismo (dal terra di Siena bruciata scura a chiara) fuoriesce dall’orifizio anale. I giocati sono uomini, non ragazzini! I giocatori, non vanno soltanto pagati: vanno rispettati, responsabilizzati in modo adulto.   

Per concludere, il migliore in campo, secondo il mio gusto del futbol, di tutti i tifosi ed esperti, è stato Nicolàs Viola. Il talento ha dato lezione di calcio, dimostrando che, partita dopo partita, sta crescendo. Oggi ci ha fatto vedere due tunnel squisiti (uno a Milinkovic), passaggi, no-look, corner pennellati, giri di palla nitidi, cambi di campo, velocità di pensiero e l’ennesimo rigore segnato con classe. Bravo Nicolàs, continua a festeggiare come festeggi. Il pubblico ti ama! Io ti amo!

Mimmò Politanò