Una pandemia silenziosa sta colpendo sempre più persone, contagiando sempre più popolazioni. Non tiene conto delle fasce d’età, perché colpisce in modo diverso ma altrettanto brutale adulti e bambini.
Parliamo del disagio psicologico che poco si vede nei dibattiti televisivi, ma molto si nota all’interno delle mura domestiche destinate a tramutarsi una vera e propria prigione per la mente quando gli inquilini vi sono costretti per un periodo così prolungato senza alcuna ricreazione esterna.
E non è detto che quando – prima o poi – si riaprirà e si tornerà a una bozza di vita normale, tutto svanirà come non fosse mai accaduto.
I segni delle restrizioni si fanno sentire nella mente di giovani e adulti, e possono cicatrizzarsi, ma non si sa ancora in che modo visto che mai si era verificata una tale situazione su un numero così vasto di persone.
Per evitare che il costo che questa epidemia silenziosa potrebbe richiedere allo Stato, intanto, la Francia protegge la fascia giovanile, per cui sarà disposto un rimborso forfettario da parte della Sanità pubblica di 10 sedute da uno psicologo per bambini la cui salute psichica sia stata messa a dura prova.
Ma anche i grandi soffrono con diversi sintomi, e non obbligatoriamente meno dei più piccoli come ha spiegato a ‘Lavori in Corso’ Alessandro De Carlo, psicologo e docente dell’Università di Padova.
“E’ necessario mobilitare professionisti privati come sta facendo la Francia, perché se pensiamo di poter assumere psicologi in massa per risolvere questo problema, andremmo a caricarci di un costo non proprio sostenibile alla lunga. Ma il problema del disagio psicologico, non necessariamente della patologia, ma dello stress, della fatica, della difficoltà di vivere questo periodo è diffusissimo: non si sono mai visti dati così gravi da quando si possono fare rilevazioni sul benessere e sul disagio psicologico.
Siamo davanti ad una vera e propria seconda pandemia di disagio psicologico che avrà dei costi economici e sociali tremendi in futuro”.
Capitolo scuola
“La scuola fa parte di un sistema di vita, che prevede socializzare, trovarsi con i compagni di classe, poter uscire, fare sport, andare alle feste. Più si toglie, più si mette una persona in difficoltà. Anche un adulto che non ha un ristorante dove poter andare e conduce una vita tra ufficio – o smart working – e qualche uscita per i negozi.
Il disagio psicologico si sta diffondendo in tutte le fasce d’età.
Che poi la Francia abbia deciso di supportare i giovani e i bambini è una scelta politica. Non è che gli adulti soffrano meno”.
I sintomi del disagio
“I sintomi del disagio sono psicologici, fisiologici e comportamentali. Quelli fisiologici sono problemi gastrici, cardiovascolari, disturbi del sonno, problemi muscolari.
La parte psicologica include ansia e disturbi dell’umore, che non significa necessariamente depressione, ma tutto ciò che c’è in mezzo. Diciamo avere l’umore diverso dal solito, ma fondamentalmente per vedere questo tipo di disagio, si guarda com’è una persona normalmente e si vedono cambiamenti notevoli.
Dal punto di vista comportamentale c’è il peggioramento delle abitudini di vita: alimentazione, fumo, consumo di alcool, di droghe, comportamenti antisociali (rabbia, violenza).
Si tratta di qualcosa che ha un peso sociale e si nota“.