La linea dura di Draghi sui vaccini. Era forte l’attesa sin dall’inizio per capire quale atteggiamento avrebbe utilizzato il Presidente del Consiglio nei confronti della campagna vaccinale. Gli ultimi avvenimenti, in ordine temporale la nomina del generale Figliuolo alla gestione dell’emergenza covid, la richiesta all’Europa del blocco dell’export dei vaccini Astrazeneca destinati all’Australia, hanno inoculato non solo all’Italia quella dose di pragmatismo finora mancante.

“E’ inequivocabile: c’è stata una forte centralizzazione”, ha commentato il deputato Walter Verini ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari, in riferimento alle prime mosse di Mario Draghi. Ma il parlamentare del PD si è espresso anche sui recenti fatti di politica interna al suo partito con le dimissioni inaspettate di Nicola Zingaretti.

Ecco l’intervista all’Onorevole Verini a “Lavori in corso”.

I problemi della campagna vaccinale

“Come è noto la campagna vaccinale ha subito dei ritardi soprattutto per le inadempienze e le difficoltà anche produttive da parte delle grandi multinazionali, non credo che sia solo cattiva. E questo ha creato problemi all’Italia e ai Paesi che si erano affidati a questi contratti. Qui si parla della vita e della morte di milioni di persone quindi l’Italia e l’Europa facendosi sentire mi pare che si sta vedendo una prospettiva seria”.

“Forte centralizzazione del Governo”

“Nel precedente Governo alcune difficoltà erano oggettive, non erano soggettive. Oggi Draghi con il suo peso e il suo valore indiscusso si è mosso e si sta muovendo a livello internazionale con una autorevolezza che aiuta l’Europa ad essere più forte, aiuta l’Italia ad essere più forte. E’ inequivocabile: c’è stata una forte centralizzazione. La nomina di Curcio e del generale Figliuolo danno proprio il senso di una fortissima centralizzazione. Questo è un segnale giusto”.

“I virologi si scontrassero nei laboratori, non in televisione”

“I virologi? Io vorrei che parlassero in laboratorio e che si confrontassero tra loro in laboratorio più che nei mass media. E alla fine uscisse un denominatore comune perché questo disorienta. Io credo che tra le discontinuità da stabilire c’è anche quella che coloro che si occupano giustamente di studiare una cosa inedita, tipo il covid-19, si confrontassero e si scontrassero come giusto che sia. Ma non andassero a esprimere pareri diversi in televisione. Se ascoltiamo un virologo dire una cosa alle 6 e un altro dire la cosa opposta alle 9, poi la gente si disorienta”.

“Ragazzi da un anno privati da vita e futuro”

“I ragazzi hanno perso un anno di vita. Sono stati tra quattro mura, sono stati privati di relazioni. Quindi, mi pare sia stato Walter Veltroni l’altro giorno a lanciare un appello sul Corriere della Sera: ‘Vacciniamo i giovani’. Che intendeva dire? Intendeva dire che bisogna fare un vaccino che tuteli il futuro di una generazione che ha visto non solo interrotta la scuola, l’apprendimento. Ma le relazioni sociali, quelle che nell’età evolutiva sono fondamentali. Attenzione, investiamo sui giovani. Da un anno sono privati della vita e del futuro. E’ una grave ferita per il futuro”.

“Zingaretti ha voluto dare una scossa al partito”

“Io prenderei sul serio il gesto di Nicola Zingaretti. E’ stato un gesto coraggioso, non una resa o una fuga. Atto politico? Assolutamente sì. Ha voluto dare una sferzata al partito. Mi auguro che questa scossa venga recepita, così non si può andare avanti”.