Difficile fare bilanci a poco meno di un mese dall’insediamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi, ma il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa tira già le somme in modo netto: discontinuità col Governo Conte poche, litigi tanti, fatti ancora insufficienti.
L’epidemia nel frattempo continua, e poco si interessa degli intrighi del Parlamento. L’Italia sembra vivere al momento una sorta di paralisi nella lotta al Covid, visti e considerati i progressi delle altre nazioni come l’Inghilterra eccellenza nelle vaccinazioni, Israele, che completerà presto il piano, gli Stati Uniti, dove le mascherine non sono più obbligatorie in diversi stati federali.
Ecco perché sono orgoglioso di non far parte di questo Governo“, dice La Russa in diretta ad Antonio Guidi.
Sentite cosa ci ha detto a ‘Guidi & Disguidi’ il senatore di Fratelli d’Italia.

“Orgoglioso di non far parte di questo Governo”

Vaccino prima ai senatori? Prima di tutto diciamo che io sono a favore della necessità che venga vaccinato il maggior numero di cittadini possibile; naturalmente vorrei che il vaccino fosse sicuro, fosse testato. Adesso ci stanno allarmando perché c’è qualche caso di reazione mortale col vaccino AstraZeneca. Essere a favore dei vaccini vuol dire avere come compagna di stata la certezza che quel vaccino sia buono innanzitutto, ma credo che i casi siano sporadici: ce lo dicano però in maniera chiara e univoca.

Io poi ho sentito molto parlare del numero insufficiente di dosi arrivate. La verità però è un’altra: le dosi che abbiamo, che sono ancora poche, sono ancora in buona parte nei frigoriferi. Noi abbiamo vaccinato finora con la doppia dose 1,7 milioni di italiani, che corrispondo al 3% scarso della popolazione, mentre in altri Stati come l’Inghilterra (beata lei che ha fatto la Brexit) sono a un livello dieci volte superiore. In Israele non ne parliamo. Negli Stati Uniti in certi Stati hanno tolto l’obbligo di indossare la mascherina.
Io spero che Draghi con la sua autorevolezza sappia dare una svolta a questa situazione, ma finora non c’è stata. Finora questo Governo di cui sono orgoglioso di non far parte si è distinto più per liti interne ai singoli partiti che per motivi di discontinuità col passato. A livello europeo hanno fatto dei contratti che sono la debacle dell’Europa, anche un avvocato al primo anno di esercizio della professione glie li avrebbe fatti meglio”.

Il rapporto con Giorgia Meloni

Io sono molto avvantaggiato nel rapporto con Giorgia, perché l’ho conosciuta chiaramente molto giovane, quindi ne ho visto il percorso di crescita giorno dopo giorno. Questo aiuta molto. Non è una donna che arriva improvvisamente perché donna.
Ho sentito dal PD in questi giorni una corrente dire “vogliamo una donna a capo del partito”. Per me niente è pù sbagliato di questo: posso capire che dicano “vogliamo quella donna, perché è brava”, nome e cognome. Giorgia non è ì perché è donna, ma è lì perché è brava. E’ diverso, se l’è conquistato
“.