Tutti gli occhi sono puntati sul formarsi di un nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi: cresce l’attesa, soprattutto in materia sanitaria. Come fronteggerà la pandemia il prossimo Premier? I Dpcm di Giuseppe Conte volgono ormai al termine: le scadenze sono vicine e i dubbi su cosa si potrà e non si potrà fare nel paese tengono ancora vivo il dibattito.

La pandemia ha messo a dura prova tutto il mondo e l’Italia è stato uno dei paesi più colpiti. La distribuzione del vaccino è ancora rivolta principalmente verso operatori sanitari, sociosanitari e anziani al di sopra degli 80 anni, ciò significa che le dosi sono ancora insufficienti a coprire il resto della popolazione. C’è poi anche la questione varianti: il vaccino agirà anche su quelle?

Per rimanere aggiornati sulle ultime novità in merito a vaccini e questione sanitaria, Stefano Molinari ha intervistato il Prof. Massimo Ciccozzi, Direttore dell’Unità statistica medica ed epidemiologica molecolare all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Ecco il suo intervento in diretta a “Lavori in corso”.

“Siamo in un punto in cui abbiamo dei focolai epidemici a livello regionale. C’è una preoccupazione per quello che riguarda le varianti del virus, però sappiamo anche che sta nascendo un consorzio con a capo l’Istituto Superiore di Sanità che serve proprio al controllo della circolazione delle eventuali varianti.

Tutto ciò che fa mutare la proteina Spike ci rende pensierosi sull’efficacia del vaccino. Pfizer e Moderna hanno anche dichiarato che può diminuire leggermente ma non viene inficiata ancora oggi dalle varianti e hanno dichiarato anche che in 5-6 settimane riescono a rimodellare l’Rna e quindi a riprogrammare la proteina nuova. Mentre AstraZeneca sta già lavorando nel fare un vaccino nuovo con le varianti della proteina Spike.

Dobbiamo usare chiaramente mascherina e mantenere la distanza, anche se vaccinati. Noi sappiamo che questo vaccino influisce sui sintomi della malattia ossia non fa aggravare l’infezione da Covid ma non abbiamo ancora dati sulla infettività, cioè se chi è vaccinato si può infettare. È meglio, poiché non abbiamo dati, una volta vaccinati portare la mascherina e mantenere la distanza. Abbiamo avuto pochissimi casi di influenza grazie alla mascherina e la distanza. Se abbiamo fermato quel virus, fermeremo anche la variante”.