Noi usiamo due termini ad indicare, con il primo, il “land use change”, e con il secondo l'”indirect use change”, cioè ovviamente, la sostituzione del suolo per produrre invece che il cibo, l’energia.

Ora, qual è il problema?
Se andiamo a vedere sui siti specializzati, capiamo che questo comporta un aumento enorme del prezzo delle materie prime.
Sta per arrivare, in altri termini, quello che viene definito sui siti borsistici “an inflactionary holocaust“: un olocausto inflazionario. Vuol dire in sostanza che aumentano i prezzi.

Faccio alcuni ragionamenti: vi hanno raccontato del cigno nero, ne parlo da mesi, cioè l’evento imprevedibile.
Si dà il caso che io in un romanzo di fantascienza abbia scritto (fortuitamente) che sarebbero successe delle cose in Cina. Poi vi raccontano che tutto è tutto un caso, vi costringono a restare chiusi in casa, chiudono tutta una serie di attività economiche, mentre altre fanno i miliardi in borsa.
Quelli che fanno affari miliardari in borsa poi non vanno mica a comprare di nuovo nell’Information Technology. No. Vanno a comprare terreni agricoli.

Ora, quando io controllo la produzione agricola e posso decidere di spostarne la produzione non per produrre cibo ma per produrre energia, posso condizionare ad esempio lo sviluppo dell’Unione Europea verso certi tipi di energie.
A questo punto (sempre secondo gli specialisti, e non secondo i complottisti) si parla di controllo sociale. Perché?
Perché se le persone hanno fame sono più facilmente controllabili. Le controlli, fai il voto di scambio, spingerai verso il voto di cittadinanza europea, il reddito di cittadinanza europea, la partita Iva di cittadinanza mondiale.

Diciamolo chiaramente: queste cose servono per tenere le persone schiave. Reddito di schiavitù dovrebbero chiamarlo, perché ti danno quel sussidio che regolano gestendo l’inflazione monetaria legata al cibo per consentirti di comprare quanto serve per sopravvivere, ma non più di questo. Non più per vivere.
Magari è fantascienza, magari no.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi