Non è dalla pubblicazione bugiardino dell’Aifa che è iniziata la preoccupazione sulle eventuali controindicazioni del vaccino anti-Covid. Si tratta di una paura che ha radici più profonde nel tempo, ma che sembra non dover sussistere secondo la narrazione dei principali media nazionali: “Dobbiamo vaccinare come i matti, ora non è concesso dubitare” leggevamo settimane fa sul Corriere della Sera.
Parole che arrivano dalla bocca di un semplice sanitario, cui non si manca di rispetto per il suo lavoro, ma gli si contrappongono pareri più autorevoli, visto che la scienza, come spesso sentiamo dire “non è democratica”.

Uno di questo pareri è quello del noto immunologo Anthony Fauci come riporta Fabio Duranti nel corso ‘Un Giorno Speciale’. Il protagonista scientifico nella task force Usa per il coronavirus, sull’immunità di gregge potenziale dopo il vaccino ha dichiarato al New York Times: “Dobbiamo essere un po’ umili. Non sappiamo quale sia il numero reale“, ha detto concludendo: “Penso che la fascia sia compresa fra il 70 e il 90%“.
Insomma, poca sicurezza sulle controindicazioni e quasi nessuna assicurazione sulla buona riuscita di un piano vaccinale tra i più acerbi mai esistiti.
Sentite cosa ha detto Fabio Duranti ai microfoni di Francesco Vergovich.

Li avete letti i report nelle riviste scientifiche – e non su siti complottisti – cosa dicono sul vaccino?
Lo stesso Fauci giorni fa, l’uomo più vicino a Big Pharma che c’è nel mondo, ha iniziato a “pararsi il c*lo”, dicendo che ci sono ancora dei dati da verificare. Ma come? fino a poco tempo fa sembrava il messia.
E questo non lo dice solo Fauci, andate a vedere.

Noi partiamo dal principio che il vaccino sia innocuo e salvifico. Siamo lì, inchinati, proni, ma è quella la soluzione?
Lo abbiamo già detto, ci sono i medici. Si cura, è una cosa che si cura.
Lo diciamo da mesi: sarebbe meglio forse cercare la cura, anziché farmaci ipercostosi; la farmacia dal ‘600 ha fatto passi da gigante, noi oggi abbiamo gli strumenti per capire, interagire, e risolvere i problemi. Però cerchiamo un vaccino che non è un vaccino, ma tecnicamente un trattamento genico. Lo ha detto la Dott.ssa Gismondo da noi la scorsa settimana che noi non sappiamo cosa può accadere in futuro: queste informazioni noi le avremo probabilmente tra dieci o venti anni, secondo la Gismondo.

Eppure tutti quanti ne vanno alla ricerca.
Ci sono paesi dove purtroppo è deceduto un numero impressionante di persone dopo aver ricevuto questi trattamenti. Si dirà che “non c’entra nulla”, è vero, non lo sappiamo, potrebbe non entrarci nulla. Anche qui in Italia una farmacista che stava benissimo dopo il trattamento vaccinale è morta nel sonno. Non si sa il perché, però almeno indaghiamo.

Vi siete domandati perché queste forniture stanno ritardando? Qualcuno non si chiede che magari anche la stessa Pfizer e anche altre aziende stiano cominciando a vedere nella diffusione di massa qualche problemino in più che non avevano valutato?
Vogliamo pensare che potrebbe – e ribadisco, potrebbe – essere? O ci volete anche togliere la possibilità di dubitare?
Arriva uno che, guarda caso, è il produttore e mi dice che me lo devo sparare? Ma vogliamo riflettere?