C’è qualcuno da difendere e qualcuno che invece si può lasciare indietro?
Un messaggio brutto e sgradevole, purtroppo arrivato chiaro e netto agli spettatori a casa che si fossero collegati con la trasmissione Rai “Uno Mattina” il 21 gennaio, quando Alan Friedman ha definito senza mezzi termini “escort” Melania Trump, moglie dell’ex Presidente degli Stati Uniti Donald.
Si è pensato inizialmente a un errore di pronuncia anglofono, questo auspica la deputata Laura Boldrini, ma i fatti smentiscono Friedman, che più volte per iscritto ha usato lo stesso aggettivo su Twitter.

Il giornalista si è poi scusato in altre trasmissioni parlando espressamente di “battutaccia”: l’alibi dell’errore di pronuncia non sussiste dunque per sua stessa versione.

Due pesi, due misure: ciò che fa indignare la rete è anche il comportamento successivo della TV pubblica, che in un episodio simile con protagonista lo scrittore Mauro Corona, ha messo in campo ben altre reazioni “bannando” dalle trasmissioni l’opinionista come si farebbe sul web.
Doppiopesismo nelle cause, doppiopesismo negli effetti: la lotta per la causa femminista “a corrente alternata” vanta purtroppo tanti altri episodi di incoerenza, come evidenziato da Fabio Duranti a ‘Un Giorno Speciale, spesso a svantaggio di una sola categoria o un unico credo politico.
L’intervento di Duranti ai microfoni di Francesco Vergovich.

Questa lotta ha una connotazione politica che purtroppo non riguarda tutte le donne, ma solo quelle appartenenti a una determinata parte politica.
Ringrazio Alan Friedman, che non parla male la lingua italiana, ma la vuole parlare male, perché ci ha fatto capire. Lui, dando della pu***na alla moglie di Trump – perché questo significa escort – con il sorriso, ci ha fatto capire che con certe donne, se sono belle e di una certa parte politica, si può.

Ci ha spiegato che è tutta retorica quella sulla difesa delle donne. Retorica inutile.
A me fanno più schifo queste persone che dicono di difendere e invece non difendono; noi sappiamo perfettamente che la difesa delle donne non deve passare per la loro appartenenza politica o il loro aspetto. La difesa delle donne è una difesa tout court che si deve fare a prescindere. E le persone vere lo fanno in silenzio, senza andare a fare panchine, a mettere manifesti, a dichiarare qualcosa che dovrebbe essere una reazione istintiva di un uomo o donna qualsiasi.

Però le anime belle si indignano quando la Botteri ha i capelli spettinati e qualcuno glie lo dice. Non quando una persona squallida dà della escort alla moglie del presidente degli Stati Uniti. Io ringrazio Alan Friedman perché ci ha aperto gli occhi sul mondo della comunicazione. Spero li abbia aperti soprattutto alle donne: attenzione alla parte in cui siete, perché potrebbe essere quella ‘sbagliata’“.