I tempi di produzione del vaccino Covid sono stati troppo brevi? I test del periodo di sperimentazione sono da considerarsi sufficienti per garantire un farmaco sicuro? Il team di Report ha cercato le risposte a queste domande e le condividerà con il grande pubblico attraverso un servizio che andrà in onda questa sera su Rai 3.

A ‘Un giorno speciale’ il conduttore Sigfrido Ranucci ha sollevato alcune perplessità sull’argomento: secondo quanto emerso dall’inchiesta, infatti, ci sono alcuni punti oscuri dietro le fasi di produzione di questo vaccino.

Da un lato le pressioni da parte dei governi UE alle case farmaceutiche per affrettare i tempi di approvazione del prodotto, dall’altro l’assenza di test che dicano con certezza se un soggetto una volta vaccinato sia ancora in grado di trasmettere il virus oppure no.

Lo ha detto in questa intervista di Francesco Vergovich. Ecco il video.

“Stasera parleremo dei vaccini con dei documenti inediti che riguardano l’EmaLeaks. Sono delle e-mail tra l’Ema, l’agenzia del farmaco europea, e i governi. Le pressioni che hanno fatto i governi per l’approvazione del vaccino e le case farmaceutiche. Entreremo nei cosiddetti trials, gli studi che sono stati fatti per approvare il vaccino.

Quello che è emerso, che ci ha lasciati un po’ perplessi, è che le case farmaceutiche per risparmiare in sostanza hanno effettuato i test senza individuare la possibilità di contagiare, trasmettere il contagio, per chi si è vaccinato. È stata una scelta fatta a monte di non fare i tamponi a chi si vaccinava per non spendere più soldi e per mancanza di tempo.

Questo ci lascia perplessi perché la pericolosità di questo virus sta proprio nel fatto che è molto contagioso, si trasmette molto velocemente, e nell’80% si tratta di casi asintomatici. Capire se una persona può essere contagiosa anche dopo il vaccino è importantissimo. Per proteggere tutti quindi si dovrebbero fare più vaccini, ma mancano perché qualcuno si è venduto la pelle dell’orso prima di averlo catturato”.