Un piano “da recovery” lo ribattezzano in rete: il grafico con le cifre del Recovery Plan che dovrebbe dare sostegno alla sanità italiana, sembra essere divenuto in queste ore il nuovo cavallo di battaglia della destra sovranista sui fondi europei e su come gestirli.
Non vanno proprio giù i 17 miliardi alla parità di genere. Non una mera questione di “sessismo”, perché l’indignazione deriva dal confronto coi fondi stanziati per la Sanità, dunque per le mascherine, per il personale e per le terapie intensive di cui si ha bisogno come l’aria in tempo di pandemia.
Eppure sono solo 9 i miliardi che l’Italia dovrebbe usare per tutto questo.

Una situazione drammatica” dice senza mezzi termini il Deputato della Lega Claudio Durigon, che intervistato da Antonello Angelini e Francesco Vergovich, ha ribattuto non solo ai dubbi sul piano finanziario per la Sanità, ma anche a quelli su una Lega presunta troppo “leggera” con il Governo che ora si avvia a grandi passi verso la ratifica della Legge di Bilancio.
ecco il suo intervento.

Lega troppo “morbida”?

Non credo che ci sia una mano tesa verso Conte. C’è una mano tesa verso l’Italia, verso gli italiani.
Bisogna far capire a Conte i suoi errori a partire dall’ultimo Dpcm, ma anche la Legge di Bilancio, che è devastante, perché davvero siamo di fronte a una situazione drammatica.
Di fronte alla discussione del Mes i nostri tecnici Bagnai e Borghi hanno espresso tutte le considerazioni più negative di questo accordo. Dopodiché però c’è anche un leader che deve parlare anche di quello che serve oggi all’Italia. Dopo aver detto che cos’è il Mes e i suoi lati negativi Salvini ha fatto proposte. Io non penso che questa sia una mano tesa a Conte, anzi è un dirgli che basta, che non ce la facciamo più di lui e dei suoi egoismi.

Mes e Recovery Plan

Diciamo la verità: sono dei prestiti, prestiti addirittura vincolati all’Europa che ci deve dare l’autorizzazione a poterli spendere e dirci come spenderli.
Ancora ad oggi non vediamo nessuna visione su come verranno gestiti questi soldi, non vediamo come arriveranno questi soldi, ma soprattutto non vediamo la possibilità di poterli gestire.
Abbiamo visto un grafico penoso che ci dice che sono stati stanziati solo 9 miliardi per la sanità.

Io dico oggettivamente parlando che noi siamo di fronte a una situazione imbarazzante: praticamente abbiamo discusso fino ad oggi in Parlamento della legge Zan, quando invece c’era necessità di dare risposte diverse al Paese, ci poteva essere un confronto proprio su come spendere i soldi del Recovery Fund, invece abbiamo parlato della differenza di genere. Per carità, legittimo, però ci sono dei contesti, dei momenti adatti.

Io non vorrei che si faccia lo stesso errore che si sta facendo in bilancio, cioè noi pensiamo che il lavoro si possa costruire creando incentivi per le assunzioni. Il lavoro si crea creandolo il lavoro. Gli incentivi non faranno assolutamente nulla e anzi, al 90% non riusciremo a spendere quei soldi.

Mes, ecco chi ha davvero i pieni poteri

Siamo di fronte a un Mes gestito davvero in maniera bestiale. Pensate che prendevano in giro Salvini quando usò la parola “pieni poteri”, che non erano pieni poteri, ma poteri per poter portare avanti la nostra azione politica. Qui invece abbiamo un board del Mes che in effetti ha totalmente pieni poteri.

Oggi finalmente vediamo sulle grandi manovre come il Recovery Fund quanto pesano i Paesi e come in qualche modo alcuni abbiano delle differenziazioni.
Quando da sottosegretario andai a Bruxelles si parlava di un tema minore come quello dei frontalieri. Una TV lussemburghese mi chiese come si sarebbe presentata l’Italia al voto. Dissi che eravamo a favore di questi lavoratori, e loro mi risposero che il Lussemburgo era contro. Io mi fermo un attimo e dico tra me e me: “Mi ricordo quando vincevano 6-0 col Lussemburgo”.

Se oggi il Lussemburgo deve determinare pure le nostre vite…