Pare che il presidente cinese Xi Jinping abbia davvero deciso di arrivare allo scontro totale con gli Stati Uniti d’America.
Abbiamo già in precedenza analizzato il famoso report cinese dal titolo “Made in China 2025” in cui gli analisti del Dragone annunciano pericolosamente che la Cina strapperà la leadership agli americani in diversi settori entro 5 anni , soprattutto nel settore tecnologico.

Come se non bastasse assistiamo in queste ore a una sorta di patto tra la Cina e la Russia per quella che viene definita la “dedollarizzazione“, ossia la volontà di disancorare la politica finanziaria cinese dalla valuta americana.

Gli strateghi della Casa Bianca parlano di disaccoppiamento in atto tra l’economia americana e quella cinese.
Basti pensare che nel 2015 il 90% delle transazioni tra Russia e Cina erano regolate in dollari, invece quest’anno per le medesime transazioni è stato usato il dollaro nel 46% dei pagamenti.
In pratica, come annunciato dalla Banca Centrale Russa, nel primo trimestre del 2020 Mosca e Pechino hanno ridotto a meno del 50% il valore delle loro transazioni bilaterali in valuta americana, ed esperti russi già salutano la nascita di un’alleanza bancaria e finanziaria con i cinesi.

Ovviamente questi ultimi ora temono che le sanzioni americane possano escludere la Cina dal circuito SWIFT, ossia quello per le transazioni interbancarie. Nonostante ciò i cinesi continuano a provocare gli Stati Uniti, pur sapendo di non essere attrezzati qualora gli americani decidessero di rispondere in maniera radicale ed estrema alle loro provocazioni: un gioco pericoloso quello dei cinesi, una vera e propria roulette russa alla quale l’Europa sta prestando la propria tempia.
Dimenticano che la pistola americana non è mai caricata a salve.

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