Nuovo cluster Coronavirus. La seconda ondata continua a mettere in difficoltà alcuni importanti centri: al Nomentana Hospital, ospedale privato accreditato dalla Regione, sono stati registrati oltre 100 casi positivi di Covid tra pazienti e operatori.

La struttura è già stata un focolaio del virus durante la prima fase acuta dell’emergenza sanitaria. Questo ha portato inevitabilmente a una riflessione sulle lacune presenti nel centro e alle accuse da parte delle organizzazioni sindacali.

Cos’è successo all’interno del Nomentana Hospital?

“Nessun confronto con le organizzazioni sindacali, non c’è stata una corretta informazione”. Afferma Sandro Bernardini, Segretario Generale della UIL FPL Roma e Lazio, che è intervenuto al riguardo a “Lavori in corso” indicando le varie mancanze da parte della struttura. Ecco le sue riflessioni.

“Il Nomentana Hospital ha diverse tipologie di assistenza, lì è scoppiato – come già accaduto nella prima ondata – di nuovo un cluster che ha coinvolto tra operatori e pazienti circa 100 unità. Secondo noi – le organizzazioni sindacali – non c’è stata una corretta informazione, non c’è stata una formazione del personale e quando si è verificata non c’è stato nessun confronto con le organizzazioni sindacali per quello che potevano supportare in questa grave situazione.

La cosa ancora più assurda è che il personale ne paga le conseguenze: è stato messo in entrambe le ondate in ferie di ufficio ed è stato fatto ricorso alla FIS, al Fondo di Integrazione Salariale, la vecchia cassa integrazione. In un momento dove mancano infermieri e i pronto soccorso esplodono, noi li mandiamo in cassa integrazione. Non lo accettiamo e non lo riteniamo corretto.

Noi abbiamo fatto delle note alla Regione dove indichiamo che il personale deve essere tamponato”.


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