In una giornata tremenda, funestata dalle notizie degli attentati in Austria, possiamo provare a riflettere un poco sulla situazione internazionale. Questo pure è utile farlo, e non soltanto per la pandemia. Pandemia che sarà un elemento che giocherà un ruolo di una certa importanza nelle elezioni statunitensi, che sono evidentemente l’argomento e l’avvenimento più importante per questa fine di anno 2020 per quello che riguarda la politica mondiale.

Per quanto mi sforzi di osservare tutti i rappresentanti politici di qualsiasi governo europeo, ma anche di altri paesi, non ne vedo uno che prende decisamente le parti di uno o dell’altro candidato. Per il semplice fatto che si tratta di fatti interni agli Stati Uniti. Se tu sei leader di una formazione politica, in qualsiasi altro paese del mondo, puoi manifestare liberamente le tue opinioni ma fare da supporter all’uno o all’altro sarebbe, come si dice in termini un po’ eleganti, ‘unfair’ e cioè sleale. Non sarebbe una cosa ritenuta, dal punto di vista politico, accettabile.

Eppure c’è chi lo fa. C’è qualcuno pensate che va in giro con una mascherina in cui c’è scritto: ‘Trump 2020’. Come se dall’altra parte del mondo generare una simpatia per un leader, così criticato peraltro e da alcuni ritenuto il peggior Presidente che ci sia mai stato negli Stati Uniti, possa essere un atto di benemerenza. Chissà che cosa ci si vuole guadagnare da gesti come questo.

Ma quello che ci importa è l’elezione. Biden è in vantaggio nel voto popolare, come lo era Hillary Clinton. Non stupisce che la Clinton fu votata da più persone che non Donald Trump. Trump che però vinse, perché in America il sistema elettorale porta alla vittoria chi conquista gli stati che danno più grandi elettori. Sostanzialmente uno stato come la Pennsylvania, che ne dà una ventina, è più importante da conquistare rispetto agli altri stati che ne danno di meno.

Sono gli stati peraltro in bilico, quelli che faranno la differenza, cioè quelli in cui ancora non si è deciso. Lì le sorti sono davvero incerte. Dal punto di vista dei grandi stati Trump sta recuperando quello che era uno svantaggio e, probabilmente, l’ha già recuperato. Quindi si tratterà di una vittoria all’ultimo minuto. Ma che cosa succede qui? Vanno a votare molte più persone di prima. Dunque i sondaggi potrebbero essere del tutto stati falsati da questo fattore che non era stato forse convenientemente preso in considerazione.

In più c’è una grande parte dei voti che arriva per posta. Sono già più di 90 milioni di elettori che hanno votato negli Stati Uniti. Questo sta inducendo Trump, uomo di maniere spicce non certo simpatico e parecchio autoritario, a considerare non chiuse le elezioni nel momento in cui verranno chiuse. O meglio a chiuderle decretandosi egli stesso come vincitore, pure se non fossero stati contati tutti i voti e nemmeno tutti quelli dei grandi stati che danno grandi elettori.

Talmente le situazione è confusa che si parla di un Donald Trump che seguirà le elezioni nella Casa Bianca, e da lì si asserraglierà se per caso i dati non gli corrispondessero. Questo è l’uomo che guida la più grande e la più importante nazione della terra: stiamo freschi.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi