Questo 2020 sembra non dare tregua nemmeno ai rintocchi finali: a Tigre due giorni fa si è spenta una leggenda. Una leggenda per il mondo, una leggenda per Napoli.

No, non è un dettaglio di poco conto. Perché tra Napoli, il Napoli e Maradona c’è un legame che non tutti sono in grado di comprendere.

Hanno suscitato polemiche le manifestazioni che si sono svolte nei giorni scorsi in ricordo del campione argentino: giusto permettere che la folla si radunasse fuori dal San Paolo? E come arginare l’ondata di gente che si è riversata per le strade della città?

Se, da un lato, il rispetto per chi non ha potuto piangere i propri cari a causa delle misure anti-Covid richiede un maggiore rigore da parte delle autorità, dall’altro la reazione dei tifosi appare per certi versi addirittura comprensibile.

Su questo tema che ha scatenato il dibattito, Ilario Di Giovambattista ha chiesto il parere di qualcuno che il Maradona del Napoli, a Napoli, lo ha vissuto da vicino. Ecco la testimonianza di Vincenzo Ruggero.

Chi è Maradona per Napoli?

“Quando Diego è arrivato a Napoli avevo 12 anni e abitavo a due passi da Campo Paradiso. Ho avuto la fortuna di guardarlo negli allenamenti. Si è parlato troppo delle sue vicende private che nessuno di noi ha il diritto di giudicare. Siamo esseri umani e possiamo sbagliare. Dobbiamo parlare del genio, dell’artista.

E’ stato la persona che ha scelto di venire a Napoli pur di andare via da Barcellona. Ed è venuto in punta di piedi. Con tutta la sua grandezza era la persona più umile del mondo. Quando arrivava a Campo Paradiso non si sottraeva mai alle folle di tifosi. Era la persona del popolo, quello che stava di fronte a tutti per difendere le persone più deboli. Ha fatto cose in privato, ad esempio a Pompei aiutava gli orfani e tante persone. E’ stato sempre la persona per gli ultimi e per Napoli è stata una riscossa”.

Le manifestazioni a Napoli

Maradona ha giocato contro i più grandi e ha vinto contro di loro. Oggi faccio fatica a trovare i grandi fuoriclasse come c’erano all’epoca. Si partiva in 20mila per andare a vedere una trasferta. L’amore sviscerato che avremo noi per Maradona non avrà mai fine e ieri è stata la dimostrazione che quello che il popolo ha avuto da Maradona è un qualcosa che neanche lo Stato ci ha dato. Per quello che lui ci ha dato come persona. E’ stato un tributo continuo. Diego rimarrà indelebile”.

La petizione a De Laurentiis

“Stamattina ho lanciato una petizione a De Laurentis che possa prendere quello stadio che ormai è diventato una cosa nefasta per come è diventato e farlo diventare museo del Napoli e fare una scuola calcio intitolata ‘Diego Armando Maradona’. La società deve fare qualcosa per Napoli e per Diego. Il Presidente De Laurentiis deve prendere questo impegno. Diego non è mai stato messo nelle società come gli altri campioni e poteva essere veramente la persona che poteva dare lo slancio alla squadra. Il Presidente non deve fare la prima donna, deve fare il Presidente. Maradona sarà sempre Napoli. Deve essere venerato per quello che ci ha dato”.