Succede assai spesso che le tesi che vengono pionieristicamente proposte da chi non si lascia confondere dalla narrazione egemonica, ma prova a seguire la via regia del pensare con la propria testa, vengano diffamate, schernite e ostracizzate. E accade poi, tuttavia, che le stesse tesi finiscano poi per essere suffragate dalla realtà stessa.

E’ accaduto in questi giorni in riferimento alla mascherina indossata anche all’aperto. Intanto segnaliamo subito come alcuni virologi come Crisanti e Galli hanno essi stessi sottolineato dubbi sull’efficacia di portare la mascherina se si è soli, in luoghi all’aperto. Ma ora viene la verità.

Così ha detto Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria e portavoce del Comitato tecnico scientifico, in un’intervista apparsa sul Corriere della Sera: “L’obbligo di indossare la mascherina all’aperto è un richiamo, non importa se scientificamente ha senso oppure no. E’ un segnale di attenzione per noi stessi e per la comunità”.

Ebbene, appaiono parole chiare: la mascherina all’aperto se si è soli forse non serve a nulla, addirittura potrebbe essere inutile e inefficace. Ma spiega Alberto Villani “vale come simbolo, come segnale di attenzione”.

La mascherina all’aperto vale come segnale di attenzione dacché segnala che siamo tutti sudditi di un nuovo potere. Di un nuovo potere nei cui simboli ci riconosciamo. Quante volte vengono guardati con sospetto e con diffidenza coloro i quali osino non esibire i simboli del potere. La mascherina come “segnale di attenzione” serve a segnalare che l’attenzione non deve venire meno. E che nemmeno per un’istante è lecito pensare che l’emergenza sia finita.

RadioAttività, con Diego Fusaro


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