Dai primi momenti in cui il virus ha fatto capolino nelle nostre vite abbiamo subito cambiamenti immaginabili, anche al vertice delle nostre priorità. Diverse sono state le limitazioni che abbiamo e continuiamo a subire, altrettanti gli obblighi che ci vengono imposti dall’alto.

La logica alla base di queste disposizioni, in ultimo il nuovo Dpcm firmato in queste ore, risiede nei parametri dettati da evidenze e teorie scientifiche. A loro volta dirette da tecnici e studiosi, che si presuppone dunque non abbiamo alcun interesse, se non il bene collettivo.

Mettere in dubbio questo processo significa riflettere in modo critico sulle norme che stanno dominando i nostri giorni più recenti. E’ quello che hanno fatto Fabio Duranti e Mario Tozzi, scontrandosi verbalmente sull’operato delle riviste scientifiche e sulla correttezza delle misure che ne conseguono.

Ecco il dibattito tra Duranti e Tozzi a “Un giorno speciale”.

Duranti: “I Nobel che rinnegano le riviste scientifiche”

“Noi oggi viviamo una riduzione dei nostri diritti drammatica, esagerata, anticostituzionale. Però perché nasce questo? Nasce perché alcuni cosiddetti esperti, che oggi vogliono rappresentare un pensiero unico, ci hanno raccontato delle storie che a noi non stanno bene.

Ci dicono che l’epidemia è mortale, ci uccide tutti, che quindi per evitare di fare questo bisogna mascherarsi, aspettare il vaccino, c’è un’emergenza, gli ospedali si riempiranno. Questi pensieri unici si blindano dietro le loro pubblicazioni nelle grandi rivistone.

Però c’è una serie abbastanza lunga di premi Nobel che rinnegano totalmente e anzi hanno lasciato una serie di dichiarazioni pesantissime su queste riviste scientifiche.

Il premio Nobel Randy Schekman attacca riviste come Science e Nature: ‘Rovinano la scienza mercificandone i contenuti e spingendo i ricercatori ad aggiustare i risultati… La scienza è a rischio, non è più affidabile, perché è in mano ad una casta chiusa e tutt’altro che indipendente… Le riviste sono tiranni che pubblicano in base all’appeal mediatico di uno studio piuttosto che alla sua reale rilevanza scientifica. I ricercatori sono disposti a tutto, anche a modificare i risultati dei loro lavori pur di ottenere una pubblicazione, influenzando così le decisioni dei Governi’.

Tozzi: “Rimane il metodo migliore che abbiamo”

“Tu mi stai portando ancora una volta cose che dal punto di vista scientifico contano zero. Se tu sbertucci uno perché la sua teoria è sbagliata e lo dimostri con i calcoli, tu hai ragione se quei calcoli sono corretti. Ci sono i lavori sbagliati, ma sono sempre una percentuale minima, come sono minimi quelli che mettono in discussione il metodo.

Ha ragione Randy Schekman per certi versi sulle riviste importanti, perché costituiscono uno stimolo di pubblicare sempre. E questo spinge a precorrere i risultati. Che i metodi e i dati siano sbagliati, se sei in malafede può succedere comunque. Rimane il metodo migliore che abbiamo: quello di scrivere nelle riviste scientifiche”.


ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE

LEGGI ANCHE: