Il 20 e il 21 settembre del 2020 si voterà per il Referendum Costituzionale sul taglio di un terzo del numero dei parlamentari. Provvedimento posto a seguito di una riforma approvata lo scorso ottobre, dove quasi tutti i partiti hanno votato sì. L’opinione pubblica, al contrario, è divisa tra pro e contro.

Secondo l’economista Valerio Malvezzi il taglio parlamentari tra Camera e Senato non apporterà nessun vantaggio all’economia, anzi si tratta solo dell’ennesimo espediente per distogliere l’attenzione dai veri problemi del settore imprenditoriale della nazione.

A ‘Un giorno speciale’, insieme a Fabio Duranti e Francesco Vergovich, ha spiegato le sue ragioni. Ecco il video del suo intervento.

“Tagli i parlamentari e poi paghi task force di tecnici non votati da nessuno? Che senso ha?” ► Malvezzi

“Abbiamo uno scenario in cui Cerved, CCA di Mestre, Confindustria, insomma tutti i principali centri di studio italiani ci stanno dicendo che abbiamo da un 20% a un 40% di imprese a rischio nel settore delle piccole e medie imprese. Qui invece si parla di leggi elettorali, accordi politici, deleghe dei servizi segreti. Il mondo politico italiano sta parlando di temi che al piccolo imprenditore, al lavoratore dipendente e al libero professionista non interessano assolutamente.

Referendum sul taglio dei parlamentari? Io semplicemente voterò No perché tutti i partiti hanno detto Sì. Dicono sì perché hanno paura di perdere qualche punto percentuale di consenso.

Stiamo parlando di una questione che riguarda lo 0,0007% del bilancio italiano. Oggi ci sono aziende che hanno guadagnato dal 20% al 200% in più in borsa in questi mesi per dichiarazioni fatte da uomini di governo. Abbiamo avuto millenni per costruire un sistema democratico. Io voglio la democrazia. Voglio un sistema bicamerale come quello italiano, la doppia lettura non consente gli abusi. E’ molto più facile comprare quattro str**zi che tante persone.

E poi non capisco perché si pensa che sia un grande vantaggio economico tagliare qualche centinaio di parlamentari per poi fare commissioni non votate e nominate dall’alto con centinaia di tecnici. Allora diciamolo chiaro: la democrazia non la vogliamo, vogliamo la dittatura.

Io la mia proposta l’ho già fatta sullo stipendio dei parlamentari ma l’hanno rifiutata. Le persone serie non vanno in politica. Se vogliamo risparmiare i costi della politica facciamo che ci si va per prestigio e non per stipendio, a reddito zero. Cioè ci si va con un solo rimborso delle spese.

Stiamo distruggendo il paese due volte. La vera invasione è l’evasione dei grandi capitali fiscali”.


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