‘Cervello in pappa’, ‘Viscido servo’, ‘Decerebrato’. Queste sono alcune delle espressioni che mi rivolgono gli ascoltatori di Radio Radio quando commentano su Twitter le mie pillole quotidiane. Poi dici, perché uno li tratta male in generale? Perché esprimono questi concetti qui. Concetti è una parola un po’ grossa.

Purtroppo quando si ha a che fare con un’ignoranza così diffusa e con una mancanza di argomenti così diffusa, succede che ti innervosisci e tratti male tutti come è giusto che sia. Perché quando uno esprime questo tipo di considerazioni, che cosa gli vuoi rispondere?

‘Servo’, per esempio, di chi? Di che cosa? Non si sa, però lui deve dirlo. Ce n’è un altro che scrive: ‘Cosa ne sai tu dei morti? Dove hai preso le statistiche?’ Io naturalmente dico dove le prendo. Lui dice: ‘Io ci sono in mezzo, e ti posso dire che come morti siamo in linea con gli anni scorsi’. Ci sei in mezzo a cosa? Questo significa una cosa sola: nessuna di queste persone sa che cosa è la scienza e il metodo scientifico.

Basta questo episodio. Lui c’è in mezzo, dunque sa che cosa è. Non quello che scrivi, che metti insieme, gli articoli scientifici. No, lo sa lui. Tu pensa questo come sta. Tu pensa come stiamo noi, poveretti, a dover commentare questo. Non si riesce a capire che un fenomeno fisico, come un virus e una pandemia, vanno affrontati con il metodo scientifico, che è la migliore approssimazione che abbiamo della realtà.

Non ne abbiamo tante altre. No, invece vale l’aneddoto. Quello che insulta soltanto. Quello che: secondo lui. Quello che: ‘ma dove hai preso i dati, perché io invece so che…’ È veramente un pressapochismo, un’ignoranza, una incapacità.

Del resto io lo ripeto sempre. Perché in Italia il metodo scientifico non ha questo successo? Perché in Italia più della metà delle persone sono analfabeti funzionali. Dunque non sono in grado di ripetere un articolo di giornale, dopo averlo visto e letto. Non sono in grado di sintetizzare un servizio televisivo di più di due minuti. Non sanno sostanzialmente più leggere e scrivere, in senso moderno, pure se lo sanno fare.

Di fronte a questo ci vogliamo meravigliare che poi ogni tanto sortisce qualcuno e, continuando a ripetere questi tormentoni e quelle cose per cui chi è senza nome facilmente aggredisce chi un nome ce l’ha, gli si risponde male? No, gli si continua a rispondere male. Perché un punto è sicuro: da qui non ci sposta e nessuno può fare lezioni di metodo scientifico se non lo ha mai utilizzato.


GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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