Era in permesso premio e doveva fare rientro in carcere a mezzogiorno, ma non ci è tornato. Giuseppe Mastini, 60 anni, l’ergastolano conosciuto come Johnny lo Zingaro, è evaso ancora una volta. Era rinchiuso da luglio del 2017 nel carcere di massima sicurezza di Sassari, dopo la precedente evasione avvenuta il 30 giugno del 2017 dal penitenziario di Fasano (Cuneo). Anche in quella occasione era uscito, godendo del regime di semilibertà, e non aveva fatto rientro. La stessa cosa è accaduta domenica 6 settembre: subito è stata diramata una nota di ricerca a tutte le forze dell’ordine.

Antonio Del Greco, ex dirigente generale della Polizia, ha parlato a Lavori in Corso del soggetto in fuga, conosciuto da lui durante l’arresto. Si è detto perplesso e incredulo sul fatto che gli sia stato concesso un permesso, dopo che in passato era già evaso in situazioni analoghe.

“Jhonny lo Zingaro io l’ho conosciuto in occasione dell’arresto, è il più pericoloso criminale in circolazione, proprio nella storia romana come lui non c’è nessuno. Un uomo che uccide a sangue freddo, sparando senza permettere nemmeno alla gente di dire ‘ah’. Io non capisco qual è stato il principio di colui che ha fatto fare la richiesta di permesso premio e chi gliela ha data. La risposta non la riesco a trovare se non attraverso un’inchiesta giudiziaria che solleciterei. Tre volte si è reso latitante quando gli si è dato un permesso premio, non ti fa venire un sospetto che sia inaffidabile?

Il profilo criminale di grossi personaggi della malavita corrisponde a gente che ha i soldi e che tenta sempre di scappare per andare in un altro posto, ma questo è un pazzo completo, un pazzo furioso, capace che se lo guardi per storto per strada ti spara. La pericolosità del soggetto è davvero pari a 100, rispetto anche a un mafioso che vale 10.
A soli 14 anni fa una rapina ad un tranviere di sera e gli spara per togliergli l’orologio che valeva poche migliaia di lire, gli spara e lo secca. Va in carcere, esce col solito permesso premio, uccide e ferisce gravemente un altro poliziotto, nel mentre che stanno controllando la sua targa scende dalla macchina spara e uccide il primo e ferisce il secondo. Terzo caso: durante un altro permesso fa una rapina dentro una abitazione, per farsi dire dove era la cassaforte dalla moglie mette il cuscino sulla testa del marito e gli spara. Stiamo parlando di questo soggetto.

Speriamo che ora si faccia subito qualcosa per questa evasione, anche io mi sento coinvolto nella sua storia e sarei in pericolo. Nelle carceri hanno tutti paura di lui, che è veramente cattivo, sta in carcere da quando aveva 14 anni e oggi ne ha 60, è stato sempre dentro e si è incattivito”.

“Ho qualche riserva sull’omicidio preterintenzionale a Colleferro”

“Cosa posso dire sul caso di Colleferro? Ho qualche riserva sull’omicidio preterintenzionale, non mi sembra: quando uno dà un pugno a una persona e la fa cadere e batte la testa sul marciapiede e muore. Quello è preterintenzionale“.

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