Ai giovani bisogna dare di più“: dopo la catastrofe della pandemia, la ricostruzione dovrà essere improntata alla flessibilità, al pragmatismo, ma anche alla trasparenza. Questo il cuore del discorso che Mario Draghi ha dedicato al Meeting di Rimini. Un percorso preciso per riemergere dalle secche della peggiore crisi del secolo. A partire dai sussidi che molti Paesi europei, tra cui la Germania, la Francia o l’Italia, hanno garantito a un’economia precipitata in un avvelenato letargo: “Servono a sopravvivere, a ripartire“, ha sottolineato. Ma quando si esauriranno, il rischio reale è quello di una “distruzione di capitale umano di proporzioni senza precedenti dagli anni del conflitto mondiale“.

Antonio Maria Rinaldi, eurodeputato della Lega, è intervenuto a Lavori in Corso, per commentare le parole di Mario Draghi.

Ho letto tutte le pagine del discorso di Draghi e sono rimasto a bocca aperta, visto che parlava per la prima volta da libero cittadino, dopo aver lasciato la direzione della Banca Centrale Europea alla signora Lagarde. Draghi non si discute come economista, rispetto a Lagarde, lui era allievo di Federico Caffè, che fu consulente dei nostri padri costituenti. Ed entrambi sono keynesiani. Oggi ha fatto un discorso di politica economica dicendo una cosa che mi rincuora tantissimo: le regole che ci eravamo dati in Europa erano sbagliate perché appena arrivata un’emergenza le abbiamo dovute sospendere. Poi ha detto che le voci critiche erano precise e giustificate, quelle che facevo anche io. Ora me le incornicio queste frasi.

Draghi premier? Dico la mia, in questo momento è necessario un politico, non un tecnico come lui che non ha mai preso scelte politiche. Quando abbiamo preso tecnici poi ce ne siamo pentiti, come Monti. Solo una volontà politica può cambiare queste regole europee sbagliate, non serve sospenderle ma vanno cambiate in questa situazione di economie devastate.

Sul debito ha detto una cosa importante: il debito sarà disponibile se sarà investito bene, nella ricerca, nella produttività e nell’economia reale. Sarà un debito cattivo se sosterrà la finanza virtuale. Udite udite. Mi sembra di sentire Bagnai, Borghi.
Chi ha studiato Keynes, sa che nel lungo periodo siamo tutti morti, quindi ora è il momento di agire. Bisogna agire subito, e i soldi dell’Europa ancora non si vedono e quando arriveranno saranno con grosse condizionalità e aspettative disattese. Questa è la critica che faccio a Conte. Questo è il vero dramma. Non vorrei stare nei panni di Conte che si è riempito la bocca di miliardi e miliardi ma non è arrivato nulla. 

Al discorso di Draghi non voglio dare un voto, sono buone intenzioni, ma voglio vedere i fatti. A noi ci davano dei matti, ma avevamo ragione. A questo punto cosa puoi fare tu per modificare la situazione, Draghi? La faccia ce la metti anche tu come abbiamo fatto noi? Draghi l’ho incontrato in aereo quando finì il suo mandato e mi strinse forte la mano guardandomi negli occhi. Forse ho capito perché, magari non poteva dire certe cose che noi dicevamo”. 

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