Il Dott. Bassetti non ha dubbi: la comunicazione allarmista che avrebbe lo scopo di “educare” i cittadini a mantenere dei comportamenti idonei per il confinamento del virus avrà invece effetti del tutto opposti.

Terrore, paura e ansia da contagio oggi, significano psicosi collettiva quando a novembre e dicembre si manifesteranno i primi sintomi da normale influenza. Lo ha spiegato proprio ai nostri microfoni la settimana scorsa: gli ospedali si riempiranno di persone con il raffreddore e le strutture rischieranno seriamente il collasso.

Lo ha ribadito in questo intervento, sottolineando ancora una volta come fare questo tipo di informazione porterà a un effetto ‘a lupo a lupo‘ che rischia davvero di essere ingestibile.

Ecco cosa ha detto il direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITA) nell’intervista di Stefano Molinari.

L’AVVERTIMENTO DEL DOTT. BASSETTI ► “A novembre pagheremo le conseguenze di tutto questo allarmismo…”

“Oggi si tende a voler avere casi dei Covid nel proprio reparto ed ospedale per avere un po’ di notorietà. Chi le malattie infettive le ha fatte da sempre sa bene che il Covid è stato un problema ma che ci sono tante altre malattie infettive alla quali bisogna dedicare la stessa attenzione. Anche altri colleghi di altri reparti adesso sono tutti infettivologi…

Parlano troppo e parlano tutti. Io continuo a sentire parlare di malati di Covid infermieri e medici non specializzati: attenzione perché per parlare delle condizioni cliniche dei malati di Covid bisogna essere innanzitutto autorizzati e poi averne la competenza. Altrimenti la comunicazione genera un cortocircuito. Bisogna fare molta attenzione a dare informazioni alla gente.

Si utilizzano le informazioni per sperare di cambiare gli atteggiamenti delle persone che alcune volte sono stati lassisti. Ma questo genera paradossalmente il contrario, perché l’informazione del ‘A lupo, a lupo’ porta inevitabilmente al fatto che quando ci saranno – e ci saranno – dei problemi di commistione tra diversi virus a novembre e dicembre, lì avremo bisogno del cittadino alleato… e noi invece questi due mesi li abbiamo utilizzati non per educare la popolazione, ma per terrorizzarla.

Questo non era il momento di fare tutto questo allarmismo. Non so a chi interessi farlo… Oggi il cittadino è terrorizzato, l’impressione è ‘se mi prendo il covid sono fritto’. Invece dovevamo spiegare che con questo virus ci dobbiamo convivere”.


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