Scuole aperte, scuole chiuse, mascherina sì, mascherina no. A quasi tre settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, tante sono le incertezze e le polemiche nel dibattito intorno alla riapertura delle scuole.

Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, è intervenuto con Stefano Molinari per fare il punto della situazione sulle azioni sanitarie da fare nelle scuole. Ha proposto un grande patto tra scuole pubbliche e private per permettere agli studenti di tornare sui banchi nel modo più sicuro possibile.

“C’è necessita sulla scuola di fare chiarezza, perché la scuola segnala la voglia del paese di riaprirsi, mettendosi alle spalle un momento difficilissimo e aprendo alla speranza. A condizioni che noi tutti facciamo la nostra parte.

Cosa deve fare la sanità e cosa stiamo facendo noi: un metodo che parte da lontano, da Nerola, che fu zona rossa, e che arriva agli aeroporti; significa intervenire in tempi rapidi e chiudere i cluster che si possono aprire. Al di là di chi la spara più grossa, il modus operandi è quello di leggere la realtà epidemiologica attentamente per come si evidenzia.

Adesso, e abbiamo cominciato ieri, bisogna mettere in sicurezza la scuola dal versante sanitario cioè rendere il genitore più sereno coi figli a scuola. Cercare di fare in modo che il personale della scuola sia non positivo e far in modo che i positivi stiano a casa e non nelle scuole.

Un appello agli insegnanti a venire: sono contrario all’obbligo, ma noi dobbiamo convincere le persone a fare così e sottoporsi al test che cerca di difendere se stessi ma anche gli altri. I nostri operatori stanno già andando nelle scuole, non possiamo aspettare. Dobbiamo aggredire in via preventiva il virus. E possiamo farcela. Non lasciamo messaggi catastrofisti sulla scuola e sui giovani.

La prima regola importante è il distanziamento, permettendo di poterlo fare alle persone. Di cosa ha bisogno la scuola oggi? Attivare i fondi europei per migliorare le classi. Interveniamo a monte e non a valle. Cosa si può fare secondo me? Un grande accordo con le scuole paritarie in questa fase, accreditando il privato a svolgere una funzione pubblica, utilizzando quegli spazi invece di mettere questi poveri ragazzi nei teatri o nei cinema che hanno altri bisogni. I ragazzi risentono molto degli spazi in cui studiano.
E attenzione, non che al primo stormir di foglie chiudiamo tutto, come dice qualche mio collega ‘solone’. Le scuole devono restare aperte, la famiglia italiana è già caricata di troppi pesi. 

A riguardo della sperimentazione del vaccino italiano, faremo lunedì mattina la prima inaugurazione del primo volontario. Abbiamo avuto migliaia di candidati per dimostrare il grande cuore per gli italiani, abbiamo avuto 7 mila richieste. Noi vogliamo fare bene e anche presto auspicandoci che per la primavera prossima avremo il vaccino in commercio”.

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