Il Presidente del Consiglio Conte e i Ministri Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza hanno ricevuto un avviso di garanzia da parte dei PM di Roma.

Proverrebbero da più parti d’Italia le denunce a carico del Premier e dei ministri e tra i reati si leggono epidemia, omicidio colposo, attentato contro la Costituzione e contro la salute dei cittadini.

Nonostante la Procura di Roma sostenga che le accuse siano infondate e che il caso sia da archiviare, la questione è ancora aperta.

Secondo l’Avvocato Carlo Taormina, infatti, l’operato della Procura di Roma sarebbe non soltanto fuori legge ma addirittura una conferma del fatto che nelle azioni del Premier circa la gestione dell’emergenza coronavirus ci sia stato qualcosa di grave e profondamente sbagliato.

Lo ha spiegato in questa intervista rilasciata a Stefano Molinari e Luigia Luciani. Ecco cosa ha detto.

“Archiviazione? Strafalcione giuridico, non si può fare!”

“La legge prevede che la Procura della Repubblica di qualsiasi città non c’entra assolutamente nulla con i procedimenti a carico dei ministri. L’unico competente è l’organo del Tribunale dei Ministri a cui sono stati trasmessi gli atti. Per cui questa iniziativa della Procura di Roma è fortemente criticabile, perché può dare anche segno di interferire nell’attività del Tribunale dei Ministri.

La Procura della Repubblica ha esclusivamente il compito di trasmettere gli atti al Tribunale dei Ministri, quindi questa è una pratica assolutamente non condivisibile, fuori luogo e non prevista dalla legge. È un mero passacarte. È una cosa spiacevole, usiamo una forma elegante”.

Le prove che sono stati fatti degli errori

“Conte è anche un avvocato… Commette uno strafalcione giuridico. La Repubblica di Roma dunque in questo momento sta dando un suggerimento al Tribunale dei Ministri? Una vicenda politica? Beh questa è una violazione della legge.

E c’è una seconda particolarità: la nota che ha accompagnato la trasmissione degli atti contiene una valutazione, dicendo: ‘guardate, ci sono degli errori, possono essere stati fatti degli errori ma sono errori che noi autorità giudiziaria non possiamo censurare perché si tratta di scelte politiche’. Anche questa è una insinuazione molto forte e al tempo stesso è la prova che c’è qualcosa che è stato sbagliato, altrimenti non si sarebbe detto che si trattava di scelte politiche non sindacabili.

Ma soprattutto se metti il lockdown o la zona rossa e la gente si salva e se non lo metti e la gente muore, non è una scelta politica. Se non lo hai fatto e hai fatto morire sei responsabile. Per cui c’è anche questa bestemmia giuridica nella quale è incorsa la Procura di Roma”.

Replica di Conte inconsistente

“Mi meraviglia l’inconsistenza e la scarsa consapevolezza che il nostro Primo Ministro Manifesta. Dire se si deve applicare la zona rossa o il lockdown non è una valutazione di carattere politico, deve discendere dai presupposti determinati dal fatto che devi salvare la gente da possibile morte. Queste non sono linee guida, sono fatti o non fatti.

Lui ha detto quello che sta scritto nella nota, loro hanno detto scelta politica e lui si è agganciato a quello. Si è abilmente difeso. È una cosa molto antipatica quello che sta succedendo”.


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