A fronte del cauto ottimismo di Conte, il Presidente del Consiglio Europeo Michel teme che “in caso di strappo, presenteremo il volto di un’Europa debole, minata dalla sfiducia“.
Quanto si può prendere e quanto si può perdere da questo vertice europeo che va avanti da tre giorni di trattative infuocate tra provocazioni e momenti di distensione, non è ancora del tutto chiaro.
Si parla di 390 miliardi per lo stato italiano, con diversi vantaggi non ben definiti per i paesi cosiddetti “frugali”.
Un Mark Rutte soddisfatto fa sospettare gli euroscettici, e non a torto secondo Marco Antonellis, giornalista retroscenista di Dagospia.
L’ottimismo è sicuramente auspicabile, ma è un’ipotesi del tutto logica, viste le tante promesse che l’Europa ci ha fatto e che finora hanno portato a un nulla di fatto.
Le scadenze sulla riscossione delle sono rimaste le stesse e milioni di risparmiatori italiani hanno iniziato a mettere mano ai risparmi, che per l’ISTAT non dureranno in media più di tre mesi.
Ecco cosa ha riferito a riguardo Marco Antonellis ai microfoni di Francesco Vergovich.
“Sul concetto di frugalità bisognerebbe mettersi d’accordo, perché se c’è un popolo di formichine e risparmiatori, quelli sono gli italiani, lo dicono le statistiche.
Siamo ormai ad agosto, il Covid c’è da inizio anno e qua stanno ancora facendo riunioni più o meno autorevoli, ma insomma, fatti zero.
A prescindere dall’accordo che chiuderanno oggi, se lo chiuderanno, ne esce fuori un’Europa terribilmente indebolita, un’Europa con stati più forti (Germania e Francia) e stati meno forti (Italia e Spagna).
Questo è un male perché nessuno ragiona con un’ottica vera da europeista.
I francesi vanno in Europa e ragionano da francesi, i tedeschi vanno in Europa e ragionano da tedeschi, gli italiani quando vanno a Bruxelles ragionando da europei e vanno regolarmente sotto, perché a decidere sono gli altri.
Germania – Olanda: poliziotto buono e poliziotto cattivo
E’ ridicolo pensare che gli olandesi si muovano in maniera così forte e non abbiano la copertura di qualche stato importante.
Con la Germania storicamente hanno sempre giocato a fare il poliziotto buono e il poliziotto cattivo.
“Tasse, se non avessimo aspettato l’Europa…”
Bisognava al livello di tasse avere un po’ più di pazienza. Questo sta a denotare che i conti dello Stato sono veramente messi male se hanno bisogno di accelerare così tanto sulle tasse, dall’altro lato si sconta sempre un atteggiamento de governanti in Italia, da parte del sistema di potere che punta sempre a spremere i cittadini senza saper neppure utilizzare bene i soldi che prendono.
Si sarebbe certamente dovuto aspettare almeno fino a settembre, questo perché scontiamo una non sufficiente gestione dell’emergenza Covid a cominciare dalla parte che riguardava l’emergenza economico-finanziaria, perché anziché attendere un’Europa che non arriva mai, bisognava muoversi subito come sistema Paese. Magari con quel prestito nazionale di cui autorevoli banchieri come Giovanni Bazzoli avevano parlato sin dalle prime settimane e utilizzando l’acquisto dei titoli da parte della BCE. Probabilmente così avremmo fatto fronte molto meglio alle esigenze del Paese e rimandato le tasse“.
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