Da quando ha deciso di consegnare la tessera rossa e verde con le lettere Pd, in dissenso all’alleanza di Governo con i vecchi nemici 5 Stelle, l’ex ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda ha inaugurato una sua nuova stagione politica. Dando vita ad una nuova creatura chiamata Azione, partito d’ispirazione progressista, Calenda non ha esitato a prendere posizione e a schierarsi contro i suoi ex compagni di mille battaglie.

La sua opposizione, definita dalla stessa maggioranza gentile e ragionata, ha assunto sin da subito modalità e contenuti diversi rispetto alla condotta più agguerrita del centro-destra. In questo modo Calenda si sta ritagliando un proprio spazio nell’attuale arco costituzionale del Paese, a tal punto da essere accreditato nei sondaggi in vantaggio rispetto al politico che occupa la visione più simile: Matteo Renzi.

Proprio come il leader di Italia Viva, Calenda ha fondato un partito per sé abbandonando il Pd. Proprio come Renzi che di recente ha presentato il suo ultimo scritto “La mossa del cavallo”, il leader di Azione ha da poco pubblicato il libro “I mostri. E come sconfiggerli”.

Ospite di Luigia Luciani e Stefano Molinari, Carlo Calenda ha presentato il suo libro senza lesinare polemiche nei confronti sia dei governanti che dei governati.

Ecco l’intervista a Carlo Calenda a “Lavori in Corso”.

Noi sappiamo perfettamente cosa dobbiamo fare. Ci sono tonnellate di libri che spiegano gli studi che dovremmo investire sulla scuola e che avremmo dovuto già investire sulla sanità. Lo sappiamo molto bene. Ma perché non facciamo mai quello che fanno gli altri Paesi? Allora va indagato il rapporto malato tra tutti i pezzi della nostra democrazia. I media è come se fossero addormentati.

Io penso che è il momento di affrontare questi mostri. L’Italia oggi è il Paese più ignorante dell’Unione europea. Tutti i dati ci confermano questo. E nessuno di noi ha chiesto alla politica di mettere la scuola al primo posto.

Non c’è più fiducia nello Stato. Non c’è più fiducia tra cittadini. Hanno fatto un grande sondaggio chiedendo ai cittadini italiani se fossero disponibili ad andare in pensione un pochino più tardi perché i figli avessero la pensione? Il 60% degli italiani ha risposto di no. Perché pensano che tanto i figli non avranno comunque la pensione. Se noi questa cosa non la invertiamo, moriamo.

Alla prova del Governo falliscono tutti. Ed è ovvio che falliscono, non hanno mai fatto niente nella loro vita: Perché dovrebbero riuscire a gestire un Paese? Questo non ci scatta nella testa. Nessuno di noi affiderebbe la propria attività a Di Maio, Salvini e Meloni che non hanno mai lavorato. Però non esitiamo ad affidargli lo Stato.

Noi siamo il posto del mondo occidentale dove più alto è l’analfabetismo funzionale tra adulti, dove più basso e il livello di lettura e frequentazione dei musei e dei siti d’arte. Nel Paese che ne è la patria. Lo Stato se ne deve fare carico e deve fare diventare i bambini di oggi dei cittadini che possano farsi largo nella vita. Altrimenti prepariamo una generazione di camerieri dei cinesi”.


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