L’emergenza coronavirus ha scatenato, oltre a grandi polemiche, anche molte discussioni in ambito scientifico. Per chi pensava che la scienza fosse una e infallibile è arrivata una smentita: anche in questo campo sono emerse teorie, approcci e visioni diverse di uno stesso tema. Tutto questo molte volte anche legato a interessi politici ed economici.

Ad essere travolto da questo dibattito scientifico sono stati in particolare il Prof. De Donno e il suo plasma di pazienti convalescenti. Un approccio che avrebbe potuto “salvare migliaia di persone se fosse stato utilizzato” più velocemente e con un maggiore appoggio istituzionale.

Dopo alcune settimane, il Prof. De Donno è tornato ai microfoni di Radio Radio per aggiornarci sugli sviluppi della terapia con il plasma ed esprimere anche il suo punto di vista sulla scienza e i suoi rapporti con la politica.

Il plasma per combattere il coronavirus

Noi siamo andati avanti come dei treni su questo nostro progetto e abbiamo presentato anche progetti satelliti al nostro Comitato Etico che non ha esitato ad approvarli. Con il plasma di pazienti convalescenti siamo andati avanti con l’arruolamento e i risultati hanno confermato quelle che erano le nostre percezioni iniziali.

Il plasma del paziente convalescente tende a negativizzare i pazienti positivi al covid, riduce enormemente i tempi di degenza ospedaliera in circa 5 giorni di media e riduce la mortalità. Avremmo potuto salvare migliaia di persone se lo avessimo usato”.

Lo scandalo di Lancet

Ho avuto la riprova che delle riviste ad alto ‘impact factor’ ci si può fidare fino ad un certo punto. Noi abbiamo scritto numerosi lavori scientifici in questo periodo e riviste internazionali del livello di Jama, di Lancet o del New England hanno molte volte rigettato i nostri lavori per poi vederne pubblicati altri con potenza molto inferiore rispetto ai nostri.

Quando è uscito lo scandalo di Lancet mi si è aperto un mondo. Il fatto che una rivista di così alta caratura abbia pubblicato senza un grandissimo controllo sui numeri di un protocollo completamente inventato che ha dietro, sappiamo benissimo, delle motivazioni politiche tra OMS e il Presidente degli USA ha lasciato veramente molto perplessi molti operatori. Ha lasciato un alone di dubbio sull’approccio delle riviste scientifiche sulla scienza vera. Pubblicano quello che gli dicono di pubblicare.

Quando un Governo si basa su scienziati non liberi ma condizionati si apre un problema enorme, lo stesso si deve dire per le riviste scientifiche. Facciamo l’esempio di una rivista che ha in terza pagina una pubblicità di una casa farmaceutica, se io produco un lavoro che produce un risultato contro quella casa farmaceutica e quella rivista non me lo pubblica io qualche ragionamento lo faccio“.

Il coronavirus in Italia

Se parliamo dell’incisione della patologia nella popolazione dobbiamo sempre discriminare di quale popolazione stiamo parlando. Ho sentito delle corbellerie di professori che hanno paragonato il coronavirus ad una semplice influenza, dicendo che la percentuale di morti che abbiamo avuto in Italia era uguale o sovrapponibile ad un’influenza… non hanno tenuto conto che la Lombardia era Wuhan.

Alcuni hanno detto che il virus ha perso virulenza, io ci andrei molto cauto, ci sono molti motivi per cui il virus circola di meno. Gli italiani hanno sacrificato se stessi chiudendosi in casa 3 mesi. Non va assolutamente diminuito il successo di questo procedimento che andava attuato.

Ora abbiamo fatto bene a ripartire. Non sappiamo cosa accadrà a ottobre novembre, dicembre… ma noi siamo preparati, abbiamo imparato a prendere qualche misura. La grande sfida sarà essere pronti a convertire parte degli ospedali se dovesse tornare. Preparare dei processi di strategia”.

Scienza e politica

L’importante è che i politici si affidino a chi ne sa, perché se i politici continuano a fare l’errore che hanno fatto fino a ieri e continuano ad affidarsi a gente che blatera e non sa nulla allora il problem si riproporrà… guardate dova ci ha portato quel tipo di scienza.

Se i consiglieri hanno sbagliato vanno cambiati. Quando uno scienziato dice qualcosa e si sbaglia non va più ascoltato. È vero che il virus non lo conoscevamo, ma di re che non sarebbe arrivato è un’affermazione ben precisa… Il Governo nei miei confronti? È stato molto impegnato…”.


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