In seguito all’accordo raggiunto tra Governo e Regioni dal 18 maggio assisteremo in molte città alla riapertura degli esercizi commerciali che appartengono alla nostra quotidianità. Tra questi, si avvicina il momento della riapertura anche per bar e ristoranti.

Per poter tornare a battere cassa queste attività dovranno rispettare alcune regole che hanno fatto discutere. Ad esempio, l’area di quattro metri quadrati tra un cliente e l’altro, i due metri di distanza tra i tavoli e l’utilizzo di guanti e mascherine.

Sono gli stessi proprietari di queste attività ad aver sollevato le critiche lamentando l’impraticabilità e l’insostenibilità delle disposizioni. Tra le voci di protesta risuona con fragore quella di Gianfranco Vissani, ristoratore e chef stellato, intervenuto ai microfoni di Francesco Vergovich.

Queste le parole di Gianfranco Vissani a ShowFood.

Banche? Truffa di Stato

Siamo con il cappio al collo. Arrivano i conti da pagare tutti i giorni. Non gli frega un caz*o a questi delle banche. Le banche sono una truffa emessa dallo Stato.

Hanno stanziato 400 miliardi dicendo che noi potevamo andare lì e prendere i soldi che ci spettavano. Invece no. Se tu hai pendenze fiscali non ti danno un caz*o”.

Parlano, parlano, ma nessuno conosce la ristorazione

Non c’è un filo logico. Apriamo il 18, apriamo il 1 giugno. Nessuno lo sa.

Purtroppo tra questa gente non c’è un esperto ristorazione e turismo. Loro parlano no? Ma io dico, ma Gentiloni che fa? Parla, parla, ma che parlate? La gente vuole cose concrete. Ci sono 6-7 milioni di persone che lavorano, il 13% del Pil, perdiamo 300 milioni di euro tutti giorni.

L’ospitalità nella ristorazione è quello che fa la differenza. Ma i ristoranti piccoli come fanno a pagare il personale la sera con tutti questi tavoli che vengono tolti? Come si fa a mangiare con la mascherina? La levi, prendi un boccone e poi rimetti la mascherina? Ma veramente siamo fuori di testa.

Devono solamente fare gli incentivi a fondo perduto. Liquidità sul mercato, come ha detto Berlusconi ci vogliono mille miliardi”.


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