Il dibattito sulla figura di Silvia “Aisha” Romano non accenna ad affievolirsi. Dal suo sbarco in Italia avvenuto lo scorso 8 maggio si è scatenata un’ondata di reazioni pro e contro la giovane cooperante di Milano. Un sussulto di commenti che partito dai social si è spinto fino alla Camera, dove ieri è scoppiata la bagarre a causa delle accuse del deputato Alessandro Pagano al grido di “Silvia Romano neo-terrorista”.

Intanto è stata la Romano in prima persona ad intervenire nelle ultime ore con un post su Facebook nel quale ha dato sfogo allo stato d’animo di questi giorni. “Vi chiedo di non arrabbiarvi per difendermi, il peggio per me è passato” ha scritto la volontaria.

La polemica scaturita nei suoi confronti ruota intorno a più elementi: la conversione alla religione islamica, l’abito che indossava al suo ritorno, la trattativa con i terroristi di Al Shabaab ed il presunto riscatto pagato a quest’ultimi. Temi affrontati da Ilario di Giovanbattista insieme al professor Enrico Michetti.

Questo il suo parere per la rubrica ‘Usciamo per un attimo fuori dal pallone’.

Quando sequestrarono un tale Aldo Moro

Credo che non si possa trattare né con i terroristi, né con la mafia. Noi nel 1978 ci trovammo dinanzi al dilemma, allora sequestrato era un tale Aldo Moro. Tutto il Parlamento, eccezion fatta per l’aerea craxiana, decise di avallare la teoria della fermezza. Non si tratta con i terroristi.

Ci fu un’operazione di oscuramento di quello che proveniva dal terrorismo. Fu un colpo mortale per il terrorismo. Da quel momento le brigate rosse non si ripresero più. E di lì a qualche anno quella violenza fu arginata dalla teoria della fermezza.

Io in quel periodo, anche per ragioni di umanità, stavo dalla parte di Craxi che voleva la trattativa. Però poi i risultati hanno dato ragione a chi con la trattativa non voleva avere nulla a che fare”.

Non si tratta con mafiosi e terroristi

Anche in occasione dei sequestri noi arginammo le organizzazioni malavitose nel momento in cui fu varata la norma che bloccava i beni alle famiglie dei sequestrati. Da quel momento in poi noi abbiamo avuto un calo drastico nei sequestri che sconvolgevano la vita del Paese.

Per cui bisogna agire con rigore. E se non si tratta con la mafia e non si tratta con il terrorismo, non vedo perché bisogna trattare con altri soggetti. Quando si va a fare buonismo avventuriero si espone la nostra nazione non soltanto ad un esborso economico, ma anche alla vita delle persone che non dovranno andare a soccorrere questi buonisti avventurieri.

Quando tu decidi di affrontare vicende di natura perigliosa devi farlo a tuo rischio e pericolo. Non puoi compromettere la nazione. Perché oggi l’Unione Europa si domanda: ma cosa fa l’Italia? Finanziano coloro che passano con i camion sulle nostre famiglie?

Non possiamo trattare con i terroristi, anche perché adesso abbiamo fissato il prezzo di quanto vale un italiano. E se adesso sequestrano un bambino continui a pagare. In un momento in cui non riescono a pagare le casse integrazioni“.

I passi falsi del Governo

Questa è una strumentalizzazione mal riuscita del Governo. E’ il Governo che non doveva stare lì nel momento in cui lei scendeva con quegli abiti. Quasi come se avessimo liberato chi non voleva essere liberata, o comunque chi non si sentiva sotto sequestro.

Quando una persona dice: non sono mica stata trattata come una carcerata. Allora sei stata tratta come una persona libera? Allora abbiamo liberato qualcuno che non era in condizione di ostaggio?

E poi se utilizzo il sistema del riscatto io devo passare in Parlamento perché quelli sono soldi degli italiani. E ci dovrebbero dire anche quanti. La teoria della fermezza passò in Parlamento”.


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