Fase 2: la riapertura, letteralmente, del paese è l’argomento che maggiormente preme ciascun cittadino italiano. L’insofferenza della ‘reclusione’ casalinga per grandi e piccini e la sofferenza dovuta alle attività chiuse e ai provvedimenti che non ‘provvedono’ rendono l’attesa della nuove disposizioni ancora più tesa. Cosa accadrà dopo il 4 maggio? Quali sono le maggiori criticità dal punto di vista sanitario?

Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno chiesto il parere del Prof. Massimo Galli, Direttore del Dipartimento di malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano. Ecco cosa ha detto in diretta a ‘Lavori in corso’.

PROF. GALLI ► “Fase 2: stesso approccio in ogni Regione. No a riapertura scuole”

Tagli alla sanità

“Ciò che veramente conta è che le rianimazioni non sono piene come prima e che per esempio il pronto soccorso del mio ospedale non è sotto assedio di malati gravi come prima. Sarebbe il caso di cominciare a valutare e fare un pochino in più di diagnostica per quelli che sono stati chiusi in casa con l’infezione in atto. C’è un problema organizzativo grosso, generalizzato nel paese, stiamo raccogliendo i frutti di 30 anni di caduta verticale degli interventi a livello territoriale, di attenzione alla medicina sul territorio. Questo detto da un vecchio medico ospedaliero. Lavoro in ospedale da sempre, l’ospedale che non è stato lasciato stare da tutti i tagli degli ultimi 15 anni subiti dalla sanità. Però il territorio è stato messo ancora peggio da questo punto di vista”.

Vaccinazione antinfluenzale e anti pneumococcica obbligatoria nel Lazio

“Sottoscrivo con totale e assoluta convinzione, dal punto di vista epidemiologico e della necessità non c’è dubbio. Qualsiasi cosa che sia obbligatoria disturba dal punto di vista del modo di essere degli italiani, ma se una lezione come quella che abbiamo subito oggi non ci fa capire che dobbiamo cambiare e che dobbiamo cambiare con sufficiente generosità… La gente deve cominciare a capire che non deve aspettare che vadano gli altri a proteggersi per poter essere protetta. Questo fatto delle vaccinazioni è anche un fatto di generosità nei confronti degli altri, è il caso che si cominci a imparare”.

Fase 2

“Sono convinto che il paese debba riprendere, non solo per aspetti di tipo economico ma persino per aspetti riguardanti la salute. Abbiamo bisogno di poter assistere a tutte le altre patologie, a tutte le altre malattie come potevamo fare prima e come non abbiamo potuto fare. Tutto fa parte della necessità di una ripresa, però non può essere una ripresa senza rete e con una serie di falle di confusione e di diversità di approccio tra una regione e l’altra. Diversità di approccio, non di tempi. Gli approcci devono essere comuni, tempi e stratificazioni per età, importanza di attività e tutto il resto dovranno essere diversi, perché non possiamo dire che la condizione dell’Umbria e quella della Lombardia siano uguali”.

Riapertura delle scuole

“Mi sembra più un grosso rischio che altro, il distanziamento nelle aule è praticamente impossibile. I ragazzini per fortuna non sviluppano una malattia significativa, ma purtroppo si infettano e trasmettono l’infezione anche da asintomatici. Cinque ore in una classe vuol dire una splendida incubazione. Vale la pena rischiare in questo momento? Io sono molto perplesso”.


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