Chi deve decidere se e quando riaprire quali attività? Questo è davvero un bel problema. Naturalmente lo deve decidere la politica, non è che gli scienziati possono sostituirsi ai politici, non sarebbe giusto sotto nessuna latitudine. La cosa pubblica è governata dalla politica.

Certo deve tener conto delle indicazioni degli scienziati che ci dicono, a tutt’oggi, che il rischio non è abbastanza contenuto ancora nel nostro paese da poter dare un via libera, anche con le prescrizioni del caso.

Del resto anche in Francia saranno quattro le settimane ancora prima di riaprire certe attività, così pure negli altri paesi. Quello che si dice della Spagna è in realtà una falsa di partenza, non riparte per nulla. Quello su cui dobbiamo interrogarci semmai è perché in Italia i guariti non sono così tanti come altrove. Bisogna vedere cosa si intende per guariti. Se sono coloro che non presentano più infezione o non sono passibili di trasmettere il virus. Oppure semplicemente sono usciti dalla fase critica ma magari sono ancora in grado di infettare. Questo andrebbe chiarito se i paesi usano diverse terminologie, diverse nomenclature per stabilire chi è guarito e chi no. Ciò genera una gran confusione quando si fanno i confronti, ma tutti questi confronti li faremo alla fine, sarà alla fine della pandemia che si vedranno i numeri.

Molto probabilmente trattandosi dello stesso virus e trattandosi grossomodo di sistemi sanitari comparabili perché non stiamo comparando l’Africa con l’Europa, avremo dei dati consimili. E vedremo da cosa saranno dipese invece certe faccende che da noi sono andate meno bene come per altro in altri paesi. La Spagna ci supera ormai in quanto a gravità dell’epidemia, per non parlare di quel che accade negli Stati Uniti.

Il problema torna però ad essere uno, chi deve decidere che cosa deve ripartire? Come andremo al mare quest’estate se ci andremo ancora? Come saranno organizzati gli spazi? Insomma, come si riprenderà?

Nessuno riesce a parlare bene di questo perché il rischio è ancora troppo alto. Quel fattore R0 che ci dice quanti infettano quanti, fino a che non scende sotto l’1 non ci dà modo di pensare serenamente al futuro. Significa che ancora oggi noi abbiamo un ammalato che infetta una persona e poco più, statisticamente. Dovrebbe essere poco meno di una persona, fino a che non ci sarà quello ancora non possiamo guardare bene la luce alla fine del tunnel.

GeoMario – Cose di questo mondo, con Mario Tozzi


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