Dopo una settimana dall’inizio dell’emergenza, la crisi del coronavirus genera ancora molta attenzione. Le persone continuano ad avere paura e le istituzioni hanno bacchettato le testate giornalistiche che in casi come questi danno il meglio di sé.

Dai titoloni apocalittici, al ‘diamoci una calmata’: sul coronavirus quanto è sottile la linea tra diritto di cronaca ed opportunismo dei media italiani? La responsabilità del panico generato è imputabile ai giornalisti?

Andrea Scanzi, giornalista e saggista de Il Fatto Quotidiano, si è espresso sull’argomento a ‘Lavori In Corso’ con Stefano Molinari e Luigia Luciani.

I giornalisti hanno comunicato l’apocalisse, non un virus influenzale

Credo che la responsabilità dei giornalisti è stata quella di aver amplificato i rischi e la sensazione di panico generalizzato – ci spiega Scanzi per dirla più brutalmente, se tante persone hanno svaligiato negozi e supermercati, un po’ perché noi italiani siamo propensi al panico e un po’ perché tutti i giorni in televisione i telegiornali ci dicono che il rischio è totale, che moriremo tutti, che l’armageddon è prossimo che l’apocalisse è vicina. Soprattutto i primi giorni del Coronavirus“.

Scanzi racconta poi un esempio concreto: “Se Libero il 23 febbraio titola ‘Prove tecniche di strage’ che è un titolo che neanche se fossimo nella terza guerra mondiale e quattro giorni dopo, non quattro anni dopo, gli stessi giornali titolano ‘Diamoci una calmata’ a me viene da ridere ma anche da piangere.

Da ridere perché sei tu che hai alimentato il panico. Da piangere perché nel giro di quattro giorni, forse per esigenze politiche, hanno rigirato la frittata” si sfoga Andrea Scanzi.

I media hanno approfittato dell’emergenza per lucrare ed attaccare il governo

Scanzi prende una posizione molto forte sull’argomento media: “Secondo me ci sono stati dei giornalisti che hanno sfruttato il dramma, la paura, l’emergenza innegabile sia clinica ma anche economica per lucrare a livello politico.

Mi dispiace che tanti giornalisti non aspettassero altro che l’ennesimo inciampo ad arrivare dall’alto per attaccare ulteriormente questo governo“.

Il settore turistico e culturale è al collasso

C’è un grande problema economico, in ogni città se tu parli con i gestori di hotel, di ristoranti, con i sindaci ti dicono che il 70-80% delle prenotazioni è crollato” ci spiega il giornalista.

Poi c’è un altro settore che è anche il nostro. Il mondo della cultura lo stiamo disintegrando, soltanto la settimana scorsa sono stati annullati qualcosa come oltre 7000 spettacoli teatrali e concerti. Vuol dire che dieci milioni di euro sono andati in fumo, vuol dire che centinaia di maestranze teatrali, cinematografiche e musicali sono in mezzo alla strada“.

Andrea Scanzi conclude “Dobbiamo ripartire sia per motivi economici che culturali, perché se ci chiudiamo in casa non possiamo andare al teatro, non possiamo andare al cinema, non possiamo andare ad un concerto, ne a un museo, il panico si amplifica“.


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