Oltre all’emergenza sanitaria, il coronavirus ci ha portato a fare i conti con una grave emergenza economica. I provvedimenti del Governo volti ad arginare l’epidemia hanno bloccato l’economia italiana, imprese e lavoratori hanno bisogno di assistenza per poter proseguire la propria attività.

Proprio in questi giorni è stato quindi varato un Decreto, il cosiddetto ‘Cura Italia‘, volto a dare respiro all’economia italiana e farla ripartire.

Saranno sufficienti le misure prese dal Governo Conte? Quale è la situazione dell’economia italiana? Cosa si aspettano le imprese per il futuro?

Lo abbiamo chiesto al vicepresidente di Confindustria Maurizio Stirpe, ecco l’intervista a ‘Lavori in Corso’.

“Questo decreto ha agito su 4 settori fondamentali: la sanità, il lavoro, le imprese e il fisco. Provvedimento necessario e Importante anche dal punto di vista quantitativo. Interviene su tutti i capitoli più importanti, anche se costituisce una prima risposta solamente all’emergenza economica e necessita di un’azione successiva altrettanto rapida.

In pratica a nostro avviso serve un piano shock che impegni risorse quantitativamente rilevanti che sostengano le imprese, a partire dalle rateizzazione fiscale e i meccanismo di compensazione. E faccia leva su tutte quelle misure necessarie per far fronte al calo della domanda privata e quindi di fatturato. Serve un vero e proprio comitato nazionale per l’emergenza economica che sappia indicare al Governo le priorità da affrontare, che sia in grado di dirigere l’azione del Governo verso i primi provvedimenti indispensabili per fare in modo che il sistema delle imprese non collassi e che si possa riavviare un percorso di risalita.

Quello che serve è un dialogo con l’Europa importante, perché noi da qualche parte le risorse per fronteggiare l’emergenza dobbiamo andarle a prenderle. Se vogliamo essere nella condizione di aumentare il debito pubblico ci deve essere qualcuno che compri i nostri titoli o che ci faccia dei prestiti. Per esempio la proposta di Mario Monti che proponeva di istituire dei buoni di salute pubblica dove andare a canalizzare il risparmio privato non è secondo me un’idea sbagliata. Qualcuno il debito lo deve finanziare, chi lo può finanziare? Le istituzioni europee, gli investitori esteri, la BCE, ma anche il risparmio privato delle famiglie italiane

Anche questo decreto ha delle lacune perchè prevede, ad esempio, la sospensione dei contributi previdenziali dell’IRPEF e dell’IVA solamente per le aziende che fatturano fino a 2 milioni di euro… questo è una specie di pannicelli caldo. Bisognava prevedere l’estensione di questo provvedimento anche a tutto il resto dell’universo delle imprese”.

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