Di settimana in settimana si attendono notizie migliori, mentre si cerca di sfuggire alla quotidianità delle proprie abitazioni, ma quel momento sembra non arrivare mai. Probabilmente il tempo si dilata per la routine, ma è anche vero che l’espansione del virus non accenna a placarsi.
Ci sono delle discese nella curva degli infetti monitorata costantemente, ma non c’è mai la discesa, quella definitiva, quella che porterà alla fine della quarantena.

Tutto normale“, spiega il dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità Gianni Rezza, il frutto dei nostri sacrifici si vedrà necessariamente nel lungo periodo e non certamente prima della fine di questo mese.
“Me lo aspettavo”, dice l’epidemiologo, reduce anche da un esperienza all’OMS, dalle esternazioni della quale organizzazione, Rezza prende le distanze: “Le loro dichiarazioni positive? Non è che lì abbia imparato troppo“.
Ecco l’intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

“Ho lavorato all’OMS, non ho imparato molto. Vi spiego perché l’epidemia si sta amplificando” ► Gianni Rezza (Epidemiologo)

Ho sempre detto, anche negli scorsi giorni, di stare calmi perché non è da un giorno all’altro che la situazione migliora.

La situazione è ancora presente nelle aree del Nord, e c’è qualcosa in giro nel resto d’Italia. Bisogna vedere i trend nel medio-lungo periodo.

Le dichiarazioni positive dell’OMS? Ho lavorato all’OMS e non è che abbia imparato troppo. E’ un organismo importante, con un ruolo importantissimo, dopodiché – come in tutte le grandi organizzazioni – c’è una grande varietà, c’è anche molta rappresentatività geografica… è una organizzazione seria, ma non è che quello che dice diventa necessariamente legge.

Sui dati del bollettino quotidiano riguardo i contagi si può fare affidamento fino a un certo punto. Sono dati sulle notifiche, che possono arrivare anche 5-10 giorni dopo il contagio, quindi descrivono una storia passata.

Bisogna interpretare i trend sul medio periodo, e bisognerebbe avere dei dati per data di insorgenza dei sintomi.

Virus? Io presumo che stia continuando una trasmissione intrafamiliare, chiaramente è sempre molto difficile fare isolamenti all’interno di famiglie numerose. Purtroppo un altro amplificatore di questa epidemia in tutta Italia sembrano essere RSA (residenze assistite) ed ospedali, con tantissimi operatori sanitari colpiti. E’ un problema serio, perché ci sono infetti nelle RSA, con 50-60 anziani colpiti, inclusi operatori sanitari che portano il virus a casa, e le misure di distanziamento sociale possono dare risultati solo sul lungo periodo.

Prima di fine mese non vedremo alcun risultato, perché c’è tutta una lunga coda di contagi avvenuti prima e di trasmissione postuma, finché non si blocca questa non vedremo i primi aspetti. Solo allora vedremo i risultati importanti dei sacrifici dei cittadini.

Il problema dei tamponi: si testa un operatore sanitario che non ha sintomi. Oggi è negativo, domani magari si positivizza, capito? Il problema diventa dunque il quando effettuare il test.

Spero che nel giro di una settimana avremo notizie migliori, ma questo non porti a cantare vittoria in una guerra molto lunga in cui bisogna dare tempo al tempo“.


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