Che futuro ha l’Unione Europea? Ma soprattutto quest’unione monetaria è effettivamente fatta ad hoc per garantire un futuro prospero ai cittadini europei?
Si parte dalla prima domanda per arrivare necessariamente al secondo interrogativo: Che futuro ha questa Europa? se lo sono chiesto il deputato Stefano Fassina e gli europarlamentari Dino Giarrusso e Antonio Maria Rinaldi all’università Link Campus.

Noi amiamo l’Europa, ma odiamo l’Unione Europea“, dice il principale artefice della Brexit Nigel Farage: se ci sia davvero differenza tra le due entità è l’interrogativo da chiarire.

Con la ribalta delle entità sovraniste un ripensamento generale sulla confederazione sembra aleggiare sulla bandiera stellata: troppe le incongruenze e le intemperanze nei confronti – ad esempio – di Italia e Grecia, considerati fanalino di coda da un organismo che, in contrasto con quanto scritto nelle costituzioni nazionali, sembra mettere prima l’economia dell’inclusione.

Su questo ha insistito l’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi, che si è contrapposto alla tesi del deputato PD De Luca (“Abbiamo bisogno di un organismo sovranazionale che garantisca la pace“) mettendo in evidenza le disposizioni poco chiare e poco uniformi di questa Unione Europea che vedono regole del lavoro, e persino imposte totalmente diverse da stato a stato.

A pagare il conto sono le classi medie e i lavoratori. L’unione monetaria “a metà” ha generato un mercato concorrenziale che fa dubitare tutti, europeisti e non, su una questione: gli euroburocrati pensano agli ultimi o solo all’austerità e ai bilanci, dunque per estensione, solo a se stessi?


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