Se i dinosauri o i loro esemplari meno pericolosi esistessero ancora, finirebbero sicuramente nel piatto. Una ricerca americana, una delle tante in realtà, ha impegnato diversi scienziati, per cercare di dare una risposta alla domanda: “Quale sapore potrebbe avere la carne di dinosauro?” Legittima curiosità a parte, la ricerca è serissima, poiché si basa su complesse analisi genetiche e confronti tra esemplari del regno animale, estinti e tuttora viventi, del tutto interessanti. Soprattutto per comprendere a fondo certe dinamiche evolutive e per avanzare ipotesi sul futuro del pianeta.

Per tornare al quesito di base, i ricercatori dell’Università di Yale si sono avventurati lungo un percorso accidentato ma non impossibile. Non esistono infatti metodi sicuri per stabilire che sapore potesse avere la carne di dinosauro anche perché, come ironicamente è stato sottolineato, non esistono testimoni cui rivolgere l’interrogativo.

I diversi tipi di animali preistorici avevano diete differenti e mezzi di locomozione diversi. C’erano esemplari alati e dinosauri capaci di correre molto velocemente. Si presume dunque che il sapore della carne di questi animali dovesse dipendere dal tipo di vita che svolgevano.

Gli studi americani sono tuttavia riusciti ad avanzare qualche ipotesi, basandosi in alcuni casi sulle relazioni esistenti tra gli uccelli moderni e i dinosauri dotati di ali. Questi ultimi potrebbero aver avuto una carne saporita come quella di un pollo, oppure di uno struzzo, il più primitivo tra gli uccelli. Il sapore della carne preistorica potrebbe essere vicino anche a quello di un’aquila oppure somigliare a quello di un alligatore.

E se è difficile che abbiate assaggiato un coccodrillo, la cui carne è molto apprezzata in Australia, Sud Africa e in alcuni stati dell’America del Nord, forse vi sarà capitato di ordinare un piatto a base di struzzo. Ecco, assaggiando quella carne potreste aver soddisfatto una curiosità che prima di leggere questo articolo, forse non avevate. Pensare ad un dinosauro in un piatto non è cosa semplice, i programmi di divulgazione scientifica e più ancora il cinema ce li presentano non esattamente come simpatiche bestiole. Non si immagina di volerli cuocere alla brace, quanto piuttosto di fuggirli, soprattutto il Tyrannosaurus rex.

Secondo una traccia di indizio emersa nel 2007, quando due team di scienziati sono stati in grado di isolare, ricostruire e analizzare frammenti di collagene di un T-Rex fossile, i geni di questo animale sarebbero assimilabili alle proteine del pollo, altri invece a quelle di una rana o di un tritone. Insomma tante ipotesi, nessuna certezza; sicuramente qualche suggestione, almeno per qualcuno.

Fonte: Prodigus.it