Il mondialismo di Bruxelles non risparmia nemmeno le tavole. Gli euroinomani hanno decretato che il cibo italiano non deve più essere valorizzato perché, dicono, ‘nuoce alla salute‘.

Segnalano una serie di cibi italiani che devono essere messi al bando: il Parmigiano Reggiano, il Pecorino Romano, il gorgonzola, il prosciutto San Daniele, l’olio extra vergine di oliva e dulcis infundo, la mozzarella.

E’ paradossale che questi prodotti legati alla tradizione e alla vita mediterranea vengano segnalati come pericolosi, persino più dei cosiddetti cibi da fast food. Hamburger e patatine fritte infatti non compaiono tra i segnalati.

Una dittatura del sapore che mira a livellare neutralizzando le tradizioni, sradicando i popoli e portandoli al piatto unico gastronomicamente corretto.

Siamo ciò che mangiamo anche sul piano culturale: nel cibo è custodita la civiltà dei popoli. Non deve destare meraviglia che la mondializzazione stia annientando le culture anche a tavola.

Stanno neutralizzando tutte le specificità dei popoli dichiarandole pericolose per produrre un modello unico all’insegna della dissoluzione di tutte le identità.

L’obiettivo è quello di livellare i popoli, produrre una colonizzazione globalista dei palati.

Secondo l’UE il cibo italiano fa male. L’ennesimo tentativo per neutralizzarci

Radioattività, lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro


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