Bruno Vespa al centro del mirino. Nel corso di un’intervista a Lucia Panigalli, vittima di violenze e sopravvissuta a un tentativo d’omicidio da parte dell’ex partner, il conduttore di “Porta a Porta” ha affermato: “Se avesse voluto ucciderla lo avrebbe fatto“. Le dichiarazioni hanno suscitato in poco tempo reazioni e hanno infiammato il popolo del web.

Quest’episodio, tuttavia, getta le basi per approfondire ancora di più il rapporto uomo-donna in tempi in cui l’attenzione resta alta sui casi di femminicidi e violenza sulle donne. A parlarne ai nostri microfoni, durante “Lavori in corso”, la dott. Cristina Colantuono, sessuologa.

In relazione alle affermazioni di Bruno Vespa “non userei una differenza di genere, ma direi piuttosto che è una cosa comune trattare i casi di cronaca in questo modo. Può esserci anche una giustificazione psicologica dietro perché l’essere umano ha difficoltà ad accettare situazioni, anche molto violente, e disumane. C’è, quindi, una sorta di difesa inconscia e psicologica. Dall’altro lato, però, è proprio l’opinione pubblica che porta a normalizzare situazioni del genere, a non credere alla vittima, perché manca una buona dose di empatia“.

E’ necessario normalizzare una situazione così’ disumana, ma comprendo anche lo sbigottimento di questa donna perché, ecco, non è da tutti i giorni essere intervistata in uno studio televisivo, da un personaggio del genere, che si porta anche l’aura del professionista. Bruno Vespa incarnava, in questo caso, un po’ l’autorità. Prima di andare contro l’autorità il nostro inconscio ci blocca, quindi lei ha avuto la possibilità di essere consapevole di quello che era successo dopo. Quello che mi ha fatto rabbrividire sono state le risposte di Bruno Vespa che ha detto, se la signora ha cambiato idea dopo 24 ore, evidentemente è stata strumentalizzata. Si sono mosse le istituzioni contro di te e non ammetti neanche l’errore. Bastava dire ‘sono stato superficiale, non sono stato empatico“.


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